Forlì, 18 aprile 2014 - SERGIO Mazzi, presidente di Cariromagna, come risponde alle osservazioni sulla banca che sono state mosse in assemblea da alcuni piccoli azionisti?
«Il compito del CdA è di garantire la solidità del banca e il suo miglior livello di liquidità, oltre che provvedere al controllo del rischio garantendo gli accantonamenti necessari a mantenere i valori della banca nel tempo. Ciò è stato possibile grazie alle buone dinamiche commerciali di Cariromagna».

Perché nell’agosto 2013 è stato decurtato del 30% il prezzo delle azioni?
«Dal 2010 al 2013 i prezzi di borsa dei titoli delle banche italiane hanno registrato una forte riduzione (mediamente del 65%), mentre quello delle azioni Cariromagna era rimasto stabile. Gran parte delle banche presenta capitalizzazioni inferiori al valore del patrimonio. Questa dinamica si riflette sul prezzo delle azioni. Il prezzo rivisto, ad agosto 2013, delle azioni Cariromagna ha comunque continuato a incorporare un significativo premio. Per esempio: il titolo Intesa Sanpaolo, pur dopo un importante recupero nell’ultimo periodo, quota oggi a un livello in linea con il patrimonio netto tangibile».

Fra i piccoli azionisti c’è chi denuncia la difficoltà a vendere le azioni della banca. Quali sono gli ostacoli che impediscono l’acquisto di azioni Cariromagna in mano ai piccoli azionisti?
«Le istanze formulate da alcuni soci che vogliono liquidare le proprie azioni sono sono ben presenti sia al CdA che alla direzione della banca. In accordo con la capogruppo Intesa Sanpaolo si stanno valutando le modalità più efficienti per andare incontro alle richieste. Già nell’autunno 2013, dopo che era stato totalmente utilizzato il Fondo acquisto azioni proprie, furono acquisite tutte le azioni allora in vendita. Sono certo che in tempi brevi Intesa Sanpaolo formulerà una soluzione per soddisfare le proposte di vendita. Comunque il Fondo acquisto azioni proprie è uno strumento ritenuto non adatto per soddisfare gli azionisti in questo particolare momento economico».