Forlì, 29 aprile 2012 - DUE buttafuori nerovestiti, debitamente palestrati e abbronzati, per selezionare chi può entrare e chi no. Sguardo truce per scoraggiare gli incauti. Non siamo in un locale del bel mondo di Milano Marittima, ma all’Hotel Globus di Forlì, dove ieri si è svolto il congresso provinciale della Lega Nord.

Qui non serve il tacco dodici o il jeans da 300 euro per entrare. Bisogna però dimostrare di essere militanti del Carroccio. Il congresso, dunque, va in scena a porte chiuse. Nemmeno un minuto di intervento pubblico per gli organi di informazione. A differenza di quanto hanno fatto di recente Udc e Pdl, tanto per dire. Bocche cucite tra i delegati, che continuano dunque a tacere, rispettando le direttive date dal partito qualche settimana fa. La Lega vive un momento politicamente drammatico, sia a livello nazionale che locale. L’ex tesoriere Belsito popolerà per anni gli incubi dei fedelissimi in camicia verde.

Il parlamentare Gianluca Pini è invece alle prese con un paio di inchieste della procura di Forlì. Le ipotesi di reato sono quelle di millantato credito, evasione fiscale e appropriazione indebita. Un ostacolo che potrebbe avere effetti anche sul futuro del maroniano? No di certo per Roberto Cota. Al congresso è infatti planato il governatore della Regione Piemonte. «Gianluca è una bravissima persona — ha detto dopo essere intervenuto davanti ai leghisti con i giornalisti all’esterno — che conosco da tanti anni. Con queste cose non c’entra niente».

IL movimento dunque non intende chiedergli di fare un passo indietro? «No, non c’è nessun motivo per chiedergli una cosa simile». Pini esce dalla sala ‘Europa’ dell’Hotel Globus giusto per il tempo per farsi fotografare insieme a Cota e al segretario provinciale uscente Jacopo Morrone, ieri rieletto dall’assemblea leghista «quasi all’unanimità», così scrive su Facebook. Le questioni di diamanti, lingotti e indagini non rischiano di compromettere — anche in vista delle prossime elezioni amministrative — i risultati della Lega?

«NO — continua Cota —. In Romagna si può fare ancora tanto. Ha messo in piedi una valida classe dirigente, fatta di persone in gamba come Morrone». La possibile emorragia di voti dunque non spaventa. «Certo — ammette — è stata una brutta botta, ma torneremo più forti di prima». Alla Lega non toccano solo le contestazioni in questi mesi. Un’azienda di prodotti ittici ha ideato una pubblicità che suona così: ‘C’è trota e trota’. E sotto, ovviamente, una trota. Il pesce, non il figlio del senatur Umberto. Riuscirà la Lega a scrollarsi di dosso la presenza di Renzo Bossi? Cota, ignorando il riferimento filiale, parla del padre. «Umberto Bossi è una persona straordinaria, che ha cambiato la politica — dichiara —. La Lega ha ancora la potenzialità di realizzare il suo progetto». Quale? Che domande. «La Padania». La Lega comunque «resta sotto attacco. Un attacco senza precedenti. Abbiamo dato le risposte che dovevamo dare». C’è spazio anche per una battuta sulla Regione Romagna. «Nel mio intervento — termina — ho detto ai presenti che la Romagna non ha nulla in meno rispetto alla Baviera». Regione Romagna e Padania: la Lega riparte dalle sue iniziali ragioni d’essere.
 

di Luca Bertaccini