Forlì, 26 agosto 2013 - “Nel Pd regionale c’è un partito vicino agli inceneritori? Sicuramente, direi che è quasi prevalente dal punto di vista della dirigenza politica in questo momento. La Regione dica dove vuole andare nei prossimi anni, i segnali per ora non sono esattamente lineari. Questo perché si tratta di scelte scomode e che spaccano i partiti, anche dentro il Pdl ci sono i fautori dell’incenerimento o del recupero”.

Il sindaco di Forlì, il renziano Roberto Balzani, torna a incalzare la classe dirigente targata Pd in Regione sul tema dei rifiuti. Balzani rilancia le modifiche chieste al piano sulla gestione della spazzatura - attualmente all’esame della giunta del presidente Vasco Errani - forte, dice, del parere di “specialisti dell’Università di Modena e Reggio” e dell’appoggio di altri colleghi emiliano-romagnoli a partire dal ‘grillino’ Federico Pizzarotti a Parma.

Il sindaco forlivese incontrerà a breve i vertici della Regione per capire, terminata la pausa estiva, quale sarà alla fine la politica alla base del nuovo piano, ma le posizioni sembrano rimanere distanti. L’obiettivo ‘rivoluzionario’ di Balzani è spingere su differenziata e riciclo separando realmente il soggetto che raccoglie dal soggetto che smaltisce, per evitare conflitti d’interesse: lo strumento prediletto per uscire da Hera è una nuova società in house (lasciando al privato gestione del ciclo e recupero dell’energia) anche se le difficoltà operative sembravano optare per una gara a doppio oggetto, con la costituzione di una società pubblico-privata, ovvero un soggetto pubblico che a sua volta si apre ad un socio privato che diventa operatore del servizio.

“Se il piano regionale di gestione dei rifiuti - ammette Balzani stamane ai microfoni della bolognese ‘Radio Città del Capo’- va nella direzione del recupero massimo ha anche più senso la nostra esperienza, se viceversa si enfatizza ancora il ruolo dell’incenerimento la nostra esperienza è residuale. Ma siamo convinti - sfida Balzani - che la maggior parte degli abitanti della regione sia favorevole a una forte politica di recupero e non di incenerimento. Abbiamo proposto sulla base di modelli scientifici una prospettiva nella quale si possa pensare di portare a recupero una quota molto più alta di quella che è prevista nella prima versione del piano dei rifiuti. Noi crediamo che in Emilia-Romagna saranno sufficienti due-tre inceneritori al massimo”.

In tutto questo, Forlì deve guardare all’alta Emilia (e appunto a sindaci di altro colore politico) per trovare alleati: oltre all’asse con Parma, “cose analoghe succedono a Reggio dove hanno chiuso un inceneritore, e Piacenza non ha idee molto lontane dalle nostre: ci sono altri invece - prosegue Balzani - che ritengono che il modello dell’incenerimento, il modello Hera, sia quello valido. Nulla di scandaloso, l’importante è che ci sia trasparenza”. Ma a Forlì il porta a porta nei quartieri che risultati sta dando? “Siamo attorno o oltre il 70% della differenziata. Eravamo convinti che il porta a porta potesse farlo fino in fondo Hera, ma era una visione ottimistica: il nostro obiettivo è costruire un’autentica filiera del riciclo”, conclude Balzani.

Fonte Dire