Forlì, 23 dicembre 2013 - "Non mi ricandido". Il sindaco di Forlì Roberto Balzani (il discorso integrale) ha rotto gli indugi, e ha annunciato alle 9 di un lunedì mattina che la poltrona di sindaco non sarà più sua. "Ma non lascio la politica" (guarda il video).

Tornerà all'università, ma intende ancora impegnarsi, anche se per ora cancella qualunque ipotesi (dalle europee alle regionali 2015). A motivare la sua decisione, ha spiegato, è stata la battaglia per l'Ausl unica. L'annuncio, infatti, arriva quando manca qualche ora dalla nomina del prossimo direttore generale. Le ragioni dell'addio sono politiche: "E riguardano il mio scontro con Vasco Errani. Ho capito che si preparava una campagna elettorale in cui avrei avuto contro una parte del mio partito, come era successo nel 2009. E allora lascio, al culmine del consenso politico, visto che i sondaggi mi attribuiscono più voti della somma dei partiti che mi sosterrebbero. La Regione si deve rendere conto che ha azzoppato un cavallo di razza".

E ora? "Lascio proprio perché sono convinto che il Pd abbia le forze per continuare la mia battaglia, e può farcela". Insomma, è cruciale il tema dell'Ausl unica, "prima azienda della città", "con 2 miliardi di euro e un milione di pazienti in Romagna: non è affatto vero che non cambierà nulla". Il Pd emiliano viene definito "un sistema di potere chiuso, che ha cercato di espellermi".

E non ha scelto un "sistema trasparente" per affrontare il futuro della sanità. Ma lui non vuole farsi "pugnalare alle spalle da schegge degenerate fuori controllo dall'entourage di Errani". Il riferimento è all'esposto su un presunto 'conflitto di interessi' tra il ruolo di sindaco e di socio della casa di cura Villa Serena: "Sono socio di estrema minoranza". E "basta controllare i tagli inferti in questi anni per rendersi conto dell'assurdità di simili accuse". Ora la palla passa al Pd. Le primarie per scegliere il successore di Balzani dovrebbero tenersi a fine gennaio.

Marco Bilancioni