Forlì, 27 maggio 2014 - DAVIDE Drei è il nuovo sindaco di Forlì. La sua vittoria al primo turno giunge abbastanza inattesa, perché il precedente di cinque anni fa e la frammentazione delle liste (con tre pretendenti forti) lasciava pensare a un probabile ballottaggio. Se ciò non è avvenuto è perché il Movimento 5 Stelle ha segnato un pesante arretramento rispetto alle politiche del 2013 e il centrodestra non è andato oltre un 20% assai deludente se si considera il risultato strappato cinque anni fa con Alessandro Rondoni come candidato.
Trainato anche dal buon successo delle liste collegate (in particolare ‘Noi con Drei’) l’ex assessore al welfare ha sbaragliato tutti. Anna Rita Balzani paga soprattutto la debacle di Forza Italia, che col 12,7% resta lontana dalle percentuali ottenute non solo nel 2009, ma al di sotto pure dei consensi (pure in ribasso) delle politiche dell’anno scorso. Ma la sorpresa maggiore forse arriva proprio dal modesto risultato dei 5 Stelle, scesi da un altisonante 22% del 2013 all’11,7%. Da sottolineare anche la forbice negativa con le Europee, dove i grillini hanno comunque superato il 16%, segno che una parte degli elettori pentastellati ha seguito il richiamo di Grillo per Strasburgo ma non quello di Daniele Avolio per Forlì. Infine DestinAzione Forlì: cinque anni dopo il suo consenso è abbastanza eroso, ma la presenza in città (2,5%) è ancora significativa.

 

DAVIDE Drei è il nuovo sindaco di Forlì. Ha lasciato i suoi due cellulari all’addetta stampa. Sono pieni di sms e chiamate perse. «Amici e numeri sconosciuti, nessun nome noto», racconta Drei. Che l’aveva detto (scaramanzia o ci credeva veramente?): «Vincerò al primo turno». E così è stato. Prima del collegamento in diretta Rai da piazza Saffi con il tg regionale il neo sindaco fa il gesto del pollice alto a una ciclista che si complimenta. È arrivato il momento di festeggiare, anche se lo scrutinio è ancora in corso. «Vincere al primo turno — dice l’assessore uscente al welfare — non era scontato. Il nostro è stato un lavoro orientato a questo. Abbiamo evidentemente fatto una proposta organica e convincente».

I CINQUE ANNI in Comune come assessore sono serviti. «Amministrare un Comune non è una cosa leggera. Anzi, è complicato. L’impegno è totalizzante. Cinque anni da assessore ti portano a sapere cosa significhi amministrare una città come Forlì. Che poi sarà ‘a capo’ dell’Unione a 15, quindi con un bacino di persone di 200mila persone». A dare un parere di peso sul nome di Drei è stato il sindaco uscente Roberto Balzani. Ieri i due si sono incontrati nell’ufficio del prof. «Ci siamo abbracciati, ci siamo detti cosa avremmo fatto nei prossimi giorni. Lì c’è stata una sorta di passaggio». Drei, 49 anni, sposato con due figli maschi di 14 e 11 anni — «ringrazio mia moglie, i miei genitori e miei figli, che mi hanno visto poco in queste settimane» — si è candidato sindaco con il centrosinistra dopo aver vinto le primarie contro Tiziano Alessandrini.

IL PD, una volta tanto (e al di là di qualche mugugno in direzione qualche settimana fa), ha dato dimostrazione di unità. «Il partito ha tenuto. Non ha subìto reazioni interne. Penso che il mio metodo nell’approccio alle cose sia cominciato proprio dal Pd. Chi era in minoranza è stato pienamente coinvolto in questa fase».

COSÌ, a botta calda, quale è (o quali sono) i motivi della vittoria al primo turno? «Il metodo di ascolto e poi, non neghiamolo, il momento favorevole. Il vento di Renzi è un vento importante». Drei ricorda il suo «essere stato, da subito, renziano». Forlì però, con l’amministrazione Balzani, «ha anticipato il rinnovamento di Renzi». Dalle battaglie sui rifiuti in avanti. Altro segreto del successo dell’assessore «è stato il successo delle liste a me collegate». Tutto considerato «non era facile, per una sola persona, portare a casa il 55% dei voti a fronte di altri 10 che hanno preso il 45%». Anti-glamour per eccellenza (la botta di vita per Drei è stata un’esibizione con la chitarra) il neo sindaco non si scompone nonostante la vittoria al primo colpo.

PROVIAMO a stuzzicarlo. In giunta Veronica Zanetti, gli assessori uscenti Alberto Bellini ed Emanuela Briccolani e Raoul Mosconi. Chi sono gli altri quattro? Drei ride e risponde così. «Per ora non ho assolutamente nomi». La squadra di governo sarà costruita nel giro di tre settimane circa, prima del consiglio comunale di apertura. Tra i papabili, per questioni di equilibri interni alle forze di maggioranza, si fa il nome (come vicesindaco) di Claudio Sirri di Scelta civica. Che rapporti ci saranno con Anna Rita Balzani e Daniele Avolio? «Ognuno farà il suo mestiere. Certo sullo sport si può lavorare insieme». La priorità della quale occuparsi subito, conclude, «è il lavoro».

POI è il tempo dei selfie con i componenti del comitato elettorale, di un brindisi e di pacche sulle spalle. Ma Vasco Errani, presidente della Regione, le ha fatto i complimenti? Drei dà un’occhiata ai cellulari. «No, amici e numeri sconosciuti». Che Errani abbia cambiato numero?

Luca Bertaccini