Forlì, 18 giugno 2010 - I modelli sono i paesi dell'Asia e degli Stati Uniti: lunedì i chirurghi forlivesi si attrezzeranno per operare la tiroide col robot. Una tecnica ancora poco praticata in Europa, e che verrà perimentata lunedì e martedì da quattro pazienti dell’ospedale Morgagni-Pierantoni.

 


A dirigere l'operazione il professore Woong Youn Chung del dipartimento di chirurgia del Yonsei University Severance Hospital di Seul, in Corea. Con lui l'equipe di chirurgia endocrina diretta dal dottor Alberto Zaccaroni, e del reparto di otorinolaringoiatria diretta dal professor Claudio Vicini.

 

Gli interventi avverranno in occasione del corso internazionale ‘Transaxillary Robotic Thyroidectomy. Live Surgery’. A seguire il corso tenuto dal chirurgo coreano che vanta la maggior casistica al mondo di chirurgia robotica alla tiroide ( un totale di 1.200 operazioni) arriveranno a Forlì più di 100 chirurghi italiani ed europei.

 

"Attualmente - ha spiegato Zaccaroni -  per la tiroide pratichiamo la tiroidectomia videoassistita, che prevede un’incisione nel collo per l’estrazione di noduli grandi al massimo due centimetri. Col robot, invece, si interviene sull’ascella, dove si puo’ praticare un’apertura maggiore e quindi asportare volumi superiori fino a cinque centimetri di diametro. Inoltre, in questo modo si risparmia il collo da successive cicatrici, con sensibili vantaggi estetici".

 

La possibilità di incidere l’ascella invece che il collo dà la possibiltà di utilizzare nuove tecniche anche per l’otorinolaringoiatria. "Come otorini ci preme sviluppare questa tecnica non solo per la tiroide ma anche per la linfodenectomia, cioè l’asportazione dei linfonodi del collo - ha spiegato il dottor Vicini -. Quest’ultima è particolarmente impattante, mentre col taglio ascellare, specie dal punto di vista estetico, si avrebbero risultati assai migliori".