Forlì, 6 giugno 2012 - PROBABILMENTE non avrà come titolo Dux il prossimo evento espositivo che sarà ospitato nel 2013 ai Musei San Domenico di Forlì. E non sarà per motivi politici o per timore di essere fraintesi in un nostalgico ricordo di un periodo che ha segnato duramente l’Italia. La storia è ‘storia’ e non va consegnata nell’oblio o all’indice e subire la ‘damnatio memorie’: va discussa, studiata, analizzata, inserita nel suo preciso contesto storico, ormai estremamente lontano dalla situazione attuale. Lo stesso vale per l’arte che, se per alcuni artisti ha subito l’influsso del ‘consenso’, per altri è stata del tutto indipendente se non in opposizione.
Per la prossima mostra al San Domenico sono perciò in atto vari contatti con musei italiani ed esteri per offrire una visione il più obiettiva e più ampia possibile dell’arte nella prima metà del ‘900. La definizione della mostra ha perciò ancora molti punti su cui il comitato scientifico dovrà confrontarsi.

SARA' di sicuro una mostra molto più ampia rispetto a quella dedicata a Wildt (che si chiude il 17 giugno), perché abbraccerà vari aspetti non limitati solo alle arti figurative ma anche al teatro e al cinema per offrire un panorama il più completo possibile del periodo preso in esame. Tutto il progetto sull’ "Arte in Italia negli anni del consenso" verrà presentato ufficialmente sabato alle 17 ai Musei San Domenico. Sarà presente anche Antonio Paolucci, curatore assieme a Fernando Mazzocca della mostra, e Gianfranco Brunelli, coordinatore generale della stessa.

IL TITOLO Dux, per questa ampia mostra potrebbe essere perciò limitativo, rispetto all’area geografica e al periodo preso in esame. La rassegna sarà allargata ben oltre il periodo del regime, perché una parte significativa sarà dedicata al periodo nettamente precedente in cui si elevarono personalità come Picasso e si prolungherà negli anni dopo il fascismo con la rinascita artistico-culturale, coinvolgendo anche realtà europee. Si tratat dunque di un periodo che racchiude al proprio interno diversi movimenti: dal Futurismo nelal sua fase finale al Realismo razionale all’arte celebrativa del regime. Con nomi che vanno da Boccioni a Balla, da Savinio a De Chirico, da Morandi a De Pisis fino a Pirandello, Mafai, Guttuso.

Rosanna Ricci