Forlì, 11 agosto 2010. A MAMMA Laura per poco non veniva un infarto: «Dai Fabio, dai Fabio, dai Fabio...». La prima medaglia italiana in vasca agli Europei di Budapest costa un mezzo colpo ai genitori del forlivese che ha stregato l’Europa. Silenzio assoluto a San Martino in Villafranca prima del boato, alle 17.35 di ieri, quando anche i telecronisti della Rai non si capacitavano dell’impresa (vero Fioravanti?).

In tre secondi passa anche l’arrabbiatura per lo strafalcione dei telecronisti Rai («Ecco il lughese Fabio Scozzoli», aveva annunciato allo start la voce di Tommaso Mecarozzi. «Macché Lugo, là c’è solo nato! Siamo forlivesi!» strillava mamma Laura). E’ un’ondata di adrenalina. Che tempo fa avrebbe travolto anche il pargolo campione. Ma stavolta Fabio Scozzoli è rimasto freddo come un norvegese: due sospironi prima del tuffo più potente della finale, qualche schiaffo sui muscoli asciugati negli ultimi mesi di lavoro con Tamas Gyertyanffy («E’ dimagrito quattro chili, è in forma perfetta») e poi giù, in acqua. A rana verso la gloria e la storia.

FABIO è il più lesto allo start e parte sparato. Nuota alla grande la prima vasca («Troppo forte Fabietto, troppo forte! Rallenta, rallenta»), ai 50 è secondo (28.30) dietro al marziano norvegese Dale Oen (27.69) che apre il gas e lascia tutti a giocarsi l’argento. Poi Fabio sembra rallentare, complice la virata molle. Il francese Hugues Duboscq passa come un treno quando il forlivese non è neanche a metà vasca, gli altri con Gyurta e Titenis a tirare il gruppo si avvicinano paurosamente.

 A San Martino in Villafranca per gli ultimi 25 metri si posano anche le zanzare tigre, a mamma Laura si strozza l’emozione in gola negli ultimi 10 metri che separano l’abisso dalla felicità pura: vedere il nome, che 22 anni fa nell’ospedale di Lugo ha scelto insieme al marito Graziano (aplomb anglosassone) per il suo piccolo, comparire in verticale sullo schermo della televisione, di fianco al numero tre e ad un tempo stratosferico: 1’00”41. «Bronzooo!!!». E poi giù lacrimoni, abbracci, urla, sorrisi incantevoli e i telefoni che cominciano a suonare e non si fermano più fino a sera.

CASA Scozzoli è in festa, San Martino in Villafranca per un giorno è la capitale italiana del nuoto azzurro. Fabio a 22 anni ha fatto l’impresa della vita.

LA PRIMA medaglia italiana in vasca la porta a casa un ragazzo che a Budapest era, anzi è (venerdì ci sono i 50, occhio), un esordiente della rassegna continentale. Scozzoli che aveva perso il treno delle Olimpiadi e toppato la qualificazione ai mondiali di Roma, Scozzoli che si era abbonato agli Assoluti italiani ma sembrava psicologicamente acerbo per le grandi manifestazione internazionali, Scozzoli che Fioravanti continuava a dimenticare: «Per i 100 rana vedo bene Giorgetti» diceva l’ex campione olimpico, oggi commentatore, prima delle batterie. Alla faccia. Scozzoli adesso è un campione che aspetta coi canini in vista i Mondiali di Shangai 2011 e le Olimpiadi di Londra del 2012.

«SONO felicissimo, mi sembra un sogno» ha detto a fine gara, coi lacrimoni a pelo di ciglia. «Ho disputato la gara che avevo preparato, d’attacco. Sapevo che Dale Oen era imprendibile e che Duboscq non sbaglia mai una finale, ma il terzo posto era alla mia portata. Per raggiungerlo dovevo sfruttare al massimo la subacquea e cercare di virare con un margine. Così è stato. Ieri sera, in albergo, tutti mi dicevano che dovevo avere come obiettivo il tempo con cui Fioravanti ha vinto le Olimpiadi. Mi sembrava un sogno, ma sapevo che se fossi riuscito almeno a eguagliarlo avevo ottime possibilità di conquistare la medaglia». Stanotte l’ha tenuta incollata al cuore sognando di regalarle una sorellina. Venerdì ci sono i 50, Scozzolandia è solo all’inizio.