Forlì, 30 luglio 2012 - E AD UN TRATTO il gigante si sentì vuoto. E solo. In una piscina immensa, davanti agli occhi di tutto il mondo, lui, che quel mondo sognava di conquistarlo fin da quand’era bambino. Il ragazzo di San Martino in Villafranca tocca la piastra dell’Aquatics Center dell’Olympic Park di Londra. La tocca, riemerge e con lo sguardo disperato insegue subito il tabellone elettronico. Ma nel suo animo lo sa già: il sogno è destinato a rimanere tale. Non c’è gloria olimpica nei 100 rana per Fabio Scozzoli (guarda le foto).

IL RAGAZZO che da tre anni non falliva una gara, sbaglia proprio nella notte più importante della sua carriera. Un anno fa a Shanghai diceva, dopo un argento iridato: «Ora Londra, il sogno di una vita». E sogno è destinato a restare. L’aveva quasi profetizzato ai giornali il giorno prima: «Van der Burgh è irraggiungibile. Io posso arrivare secondo come settimo». Ma chi ha seguito Fabio in tutti questi anni indimenticabili sperava nel podio, anzi lo vedeva. Invece Scozzoli ha azzeccato proprio la peggiore previsione possibile ritrovandosi a nuotare per una sera nel lato oscuro della luna: settimo, travolto dalle onde di chi gli è arrivato davanti. Ignorato da un destino che dopo avergli regalato medaglie su medaglie lo priva della gioia dell’Olimpo. E dire che gli sarebbe bastato ripetere il tempo delle semifinali per arrivare al bronzo ma Fabio ha toccato in 59’’ 97 una sentenza che non permette momenti di gloria.
 

COSA è successo? Fabio si è tuffato bene. Il primo tempo di reazione è stato il suo. Alla virata dei 50 metri si è ritrovato quarto, tutto sommato in linea. L’Aquatics Center ululava: tanti i tifosi italiani per lui, per la Pellegrini. Ora cambia marcia, ci dicevamo. E invece Fabio è via via sprofondato. Il motore si è ingolfato nel momento sbagliato proprio nei 50 metri più lunghi della sua vita. E sul tabellone, un verdetto malinconico: settimo. Solo settimo, già. Ma perché? L’Olimpiade è l’Olimpiade, non un Europeo, nemmeno un Mondiale: in questi quindici giorni una cimosa invisibile cancella tutto ciò che è stato fatto negli anni. Qui tutti danno più del massimo. Riemergono antichi campioni come Van der Burgh che Fabio aveva, pensate un po’, sconfitto un paio di settimane fa a Parigi e che ieri ha trionfato. Antichi miti come Brendan Hansen, 31 anni.

ECCO, ora Fabio, che compie 24 anni il 3 agosto, dovrebbe pensare proprio a lui, al suo esempio. L’americano si era ritirato ma è tornato quest’anno alle gare, nonostante l’età stagionata per un nuotatore. Voleva una medaglia olimpica. Ha preso il bronzo. E anche se questa notte inglese è così amara è questo l’esempio che deve riaccendere Fabio. Intanto c’è ancora la staffetta mista, poi Rio 2016 è lontana, certo, ma non lontanissima. E dopo il glorioso oro di Baldini a Melbourne 1956 il grande Fabio è sempre l’uomo che può portare Forlì fuori dalle colonne d’Ercole.

dall'inviato Andrea Degidi