Google, Parlamento Ue: "Separare i servizi di ricerca dalla pubblicità"

Votata una risoluzione non vincolante, che se venissi approvata metterebbe a repentaglio il modello economico del gigante del web. Il commissario Oettinger: "Non credo sia la soluzione migliore"

La pagina di Google su uno smartphone dentro il Parlamento europeo (Ansa)

La pagina di Google su uno smartphone dentro il Parlamento europeo (Ansa)

Bruxelles, 27 novembre 2014 - Linea dura contro Google del Parlamento europeo che, oggi, ha votato a netta maggioranza una risoluzione non vincolante in cui si chiede la separazione dei servizi di ricerca online dagli altri servizi commerciali. Se la risoluzione venisse effettivamente applicata, infatti, metterebbe a repentaglio il modello economico del gigante del web che attraverso la ricerca gratuita ottiene informazioni cruciali sui suoi utenti, che poi utilizza per i servizi di pubblicità e marketing online da cui deriva la gran parte dei suoi profitti. 

La risoluzione, votata da 384 eurodeputati con 174 voti contrari e 56 astenuti, di fatto chiede alla Commissione Ue di "considerare di fare proposte per la separazione dei motori di ricerca da altri servizi commerciali". L'esecutivo Ue sta vagliando da tempo la legalità di alcuni servizi di marketing offerti da Google e che sono considerati dannosi per la concorrenza. In particolare, Google è sotto accusa per indicizzare i risultati delle sue ricerche in modo da dare più risalto a prodotti o servizi (come hotel o pacchetti viaggio) che pagano per avere maggiore visibilità o che sono parte della galassia degli interessi dello stesso motore di ricerca. 

Il caso portato in Commissione da diversi operatori di e-commerce è ora passato nelle mani della nuova commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, dopo che il suo predecessore, Joaquin Almunia, è stato costretto a evitare un compromesso con Google a causa delle forti pressioni contrarie a un accordo che sembrava favorire il gigante americano. 

Ora il Parlamento chiede esplicitamente alla Commissione "di fare in modo da impedire ogni abuso nel marketing di servizi correlati da parte di operatori di motori di ricerca" e esorta la Commissione a impegnarsi perché i risultati delle ricerche "non siano discriminatori". In particolare, la risoluzione chiede che "l'indicizzazione, la valutazione, la presentazione e il ranking da parte dei motori di ricerca devono essere imparziali e trasparenti".

"La separazione obbligatoria non penso sia la soluzione migliore", ha commentato Gunther Oettinger, commissario Ue per l'economia digitale. Oettinger ha comunque precisato che "la risoluzione del Parlamento è un parere importante che sottolinea quali siano le decisioni che devono essere prese dalla Commissione." Il commissario tedesco, però, ha aggiunto che "più che di separazione, parlerei di applicazione coerente del diritto europeo sulla concorrenza", ricordando che il caso Google, in relazione al possibile abuso di posizione dominante nel mercato del marketing online, è attualmente al vaglio dell'antitrust europeo.

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