Giovedì 18 Aprile 2024
ANDREA CANGINI
Esteri

La solita ingerenza

TORNANO in mente i sorrisi della coppia Sarkozy-Merkel al vertice di Cannes nel 2011, quando, isolato dal resto d’Europa, Berlusconi capì che doveva cedere il passo a un governo ‘tecnico’. Analoga è l’odierna campagna volta a delegittimare il leader greco Tsipras, colpevole di cercare l’uscita dall’impasse nella trattativa con i creditori interpellando il popolo greco attraverso un referendum. Che orrore, la democrazia: «Un abuso della statistica», celiava Borges e mostrano di pensare i leader europei. Perciò ieri è cominciato il pressing delle massime autorità politiche e istituzionali d’Europa che, rivolgendosi direttamente all’elettorato greco, hanno in sostanza detto: sconfessate Tsipras e non ve ne pentirete. Anche Renzi s’è prestato... con un tweet. Un’ingerenza? Certo, ma noi italiani non dovremmo sorprenderci. La nostra storia repubblicana cominciò con le elezioni del 18 aprile ‘48, pesantemente condizionate dal governo americano che minacciava di tagliarci i fondi del piano Marshall qualora i comunisti avessero vinto. Anche allora la merce di scambio era denaro sonante. Ma il denaro era parte di un piano geopolitico e la minaccia veniva da un Paese che si era assunto una leadership. Stavolta, invece, le minacce servono solo a tutelare uno status quo da tutti giudicato nefasto e inconcludente.