Il coraggio e il declino

I MOVIMENTI politici nuovi nascono sempre da una rivolta. Così è stato per il fascismo dopo la grande guerra; così è stato per l’Uomo qualunque nel secondo dopoguerra; e così ancora è stato in anni vicini per i referendari di Mario Segni. Poi sono destinati a morire o a trasformarsi. All’Uomo qualunque è stato riservato il primo destino, per la debolezza politica del suo fondatore, Guglielmo Giannini, e per la forza di De Gasperi. Analogo destino è toccato a Mario Segni che, dopo avere mobilitato il no-Contro la prima Repubblica non ha voluto adottare le regole da lui stesso inventate per la seconda, schierandosi. Il fascismo, invece, ha saputo superare la fase della rivolta anti liberale e anti socialista e divenire forza di governo  perché Mussolini lo ha istituzionalizzato.

FATTE le debite differenze, i 5 Stelle debbono affrontare la stessa transizione. Non che l’esito finale, se per loro di successo, sia la dittatura. Ma non possono rimanere in mezzo al guado. Rispetto ai ‘giovanili’ esordi parlamentari hanno già imboccato la strada della transizione, ma fra incertezze e quindi debolezze. Ora si avvalgono di quell’arma a doppio taglio che è la comunicazione dei talk show urlati. E danno segni di comprendere, pur negandolo, che un movimento che aspira al governo di alcunché deve darsi una classe dirigente.

 

UN DI MAIO, per esempio, si muove già come tale, anche se continua a giocare la carta seducente del ricambio permanente. L’ultima trovata è l’assessore a tempo determinato. Intanto lo dice lui, e non la Raggi candidata, perpetuando uno stato di cose per cui gli eletti grillini saranno etero diretti. Ma mentre lo dice, si contraddice con i suoi stessi sforzi di scalata alla leadership del Movimento. Il nodo sta tutto qui. Se si vuole governare si deve selezionare una classe dirigente e non si possono aggirare con simpatiche fantasie le questioni cruciali: vedi la funivia anti traffico della Raggi. Quindi ci si deve collocare nello spettro destra/sinistra. La trasversalità serve per raccogliere la protesta, ma amministrare è scelta e quindi coraggio di scontentare. Se questi problemi restano irrisolti il Movimento è destinato a declinare.

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