Il paparazzo arriva dal cielo. Droni sulle spiagge, il nuovo incubo dei Vip in vacanza

E' la nuova moda dell'estate, in Versilia e a Portofino li hanno vietati. Un velivolo è precipitato a Porto Cervo nel giardino di una ricca imprenditrice

Un drone in ricognizione (Afp)

Un drone in ricognizione (Afp)

di LAURA ALARI RICORDATE i folli inseguimenti dei paparazzi in moto? O le risse a colpi di obiettivi fuori dai locali notturni? E gli appostamenti dietro le siepi, sugli alberi, fra i cornicioni delle ville bunker? Roba da dilettanti. In questa estate supertechno gli ospiti illustri stesi sulle spiagge italiane saranno costretti a prendere il sole con il naso all’insù, scrutando i cieli dove si annuncia un’invasione della privacy senza precedenti.  Tutta colpa dei droni, velivoli in miniatura radiotelecomandati capaci di scattare foto o girare video di estrema precisione e a distanza ravvicinata, il cui utilizzo risulta prezioso in svariati campi: possono salvare la vita in situazioni di emergenza, controllare il traffico aereo e l’agricoltura, servono per il monitoraggio idrogelogico svolto dalla Protezione Civile e tra poco verranno introdotti anche dalla Marina Militare per controllare i barconi di migranti diretti verso le nostre coste, c’è chi li usa per le riprese cinematografiche e chi come camerieri. Una straordinaria rivoluzione tecnologica, per gli altri, non per i vip che temono questi strani oggetti volanti come la peste e fanno il possibile per evitarli. 

LA PRIMA a sperimentarli sulla propria vacanza è stata una ricca imprenditrice milanese a Porto Cervo, quando una mattina ha visto precipitare nel giardino della sua villa lo spione con le zampe d’acciaio e con telecamera ad alta definizione incorporata, sfuggito al controllo di un ragazzo inesperto che l’aveva sottratto al padre. La vicenda, dopo il ritiro della denuncia e le scuse di rito, non ha lasciato strascichi ma ha fatto scattare l’allarme nelle località di vacanza che il jet-set predilige proprio per la riservatezza. Non è un caso che l’Enac abbia appena approvato un nuovo regolamento, con norme ancora più severe di quelle in vigore negli Stati Uniti. Adesso per far decollare un drone in Italia bisogna essere maggiorenni, sostenere un corso specifico con esame finale per il patentino, assicurare il velivolo e presentare alle autiorità competenti un piano di volo che tenga conto anche della densità di popolazione: perché un conto sono i volteggi sopra aree deserte, un conto quelli in zone affollate come le spiagge in estate (e definiti appunto ‘operazioni critiche’). Ma qualcuno va oltre. 

COME il primo cittadino di Forte dei Marmi, Umberto Buratti, che ha emesso un’ordinanza con la quale si dispone la chiusura dello spazio aereo ai droni non autorizzati e, in caso di violazione, il sequestro immediato del velivolo. La risposta alle proteste dei bagnanti, disturbati e anche impauriti dall’apparecchio che volava sopra le loro teste, tanto da richiedere subito l’intervento della Polizia Municipale. «Abbiamo fatto questa scelta per garantire il massimo della sicurezza e della privacy ai nostri ospiti, due caratteristiche che da sempre contribuiscono a rendere esclusiva la vacanza al Forte», spiega Buratti, incurante delle critiche che lo dipingono come il sindaco più proibizionista della Versilia.

LO STESSO è pronto a fare il suo collega di Portofino, Giorgio D’Alia: «Se vedo quegli apparecchi in mano a cittadini o turisti dilettanti, che magari non sanno neppure manovrarli, li bloccherò immediatamente». Preoccupazione legittima visto che da quelle parti è bastato molto meno per far scoppiare le prime grane di stagione: un piccolo esercito di obiettivi puntati sulla spiaggia dove si celebrava il compleanno del figlio di Piersilvio Berlusconi e Silvia Toffanin. Nonostante la distanza e il fatto che si trattasse di una festa annunciata, quindi con servizi fotografici espressamente richiesti dai giornali, la famiglia non ha gradito, solllecitando l’intervento delle forze dell’ordine con successiva contestazione ai reporter del reato di molestie. Ma fermare le spie che ti ronzano sopra la testa, per immortalare l’ultimo scandalo al sole, sarà molto più difficile. E prima o poi i vip finiranno per rimpiangere i cari, vecchi paparazzi: scommettiamo?