2009-08-04
di ENRICO BARBETTI
ERA SFUGGITO per un soffio alla morte il 2 agosto del 1980 ma il destino l’ha inseguito e raggiunto, 29 anni dopo, nella data della commemorazione della strage, mentre pedalava sulla via Emilia per andare a lavorare. E’ una coincidenza tragica e inquietante, quella di cui è stato vittima Raffaele Mastronicola (nella foto), il ciclista di 54 anni ucciso domenica pomeriggio a Maggio di Ozzano dal ribaltamento di un’autobotte dei vigili del fuoco che stava intervenendo su un incendio in abitazione. E il destino che si è accanito su Mastronicola appare tanto più beffardo perché lo ha colto nel momento in cui, per la prima volta dopo tanto tempo, le cose per lui inziavano a girare nel giusto verso.

ORIGINARIO di Bari, era approdato sotto le Due Torri a 17 anni e lavorava al buffet della stazione, gestito dalla Cigar, quando si scatenò l’inferno. Un evento che avrebbe segnato il resto della sua vita. Mastronicola in tempi recenti aveva dormito per lungo tempo al dormitorio pubblico di via del Lazzaretto ma si era poi trasferito nella struttura di via Sabatucci. Disoccupato e con qualche precedente con la giustizia, aveva affrontato il difficile cammino del riscatto sociale. Tramite i servizi sociali del Comune aveva ottenuto una borsa lavoro nel ristorante self service ‘Bass’otto’ di via Ugo Bassi gestito dalla Camst, e si era rimboccato le maniche. «Era sempre puntuale e ligio sul lavoro, faceva bene ogni compito che gli veniva assegnato — spiega il direttore —. Per questo, dopo i primi due mesi, la borsa gli era stata rinnovata per altri due».
Venerdì aveva concluso anche il secondo periodo d’impiego ma aveva già trovato un posto di lavoro a partire dal 1° settembre.

«E LA DOMENICA — ricorda un amico —, essendo libero dal ‘Bass’otto’ andava a fare servizio in un locale di Ozzano». Era diretto lì domenica pomeriggio quando è avvenuto l’incidente. Nel self service di via Ugo Bassi aveva ritrovato coma capo-cassiera Loretta, sua collega alla stazione nell’anno della bomba. «Lavoravamo insieme ma quando ci fu l’esplosione. Io ero in un luogo più riparato — racconta — e a parte la paura non riportai conseguenze. Raffaele invece si trovava nell’ala che crollò e rimase sotto le macerie. In conseguenza di quel fatto ebbe seri problemi di salute, soprattutto all’udito, e divenne parzialmente sordo. Poi io cambiai lavoro e ci perdemmo di vista ma spesso lo incrociavo in giro per la città, sempre in bicicletta».
Questa tragedia, riprende Loretta, «gli è capitata nel momento in cui la sua vita stava cambiando in meglio: aveva ottenuto un nuovo impiego, gli stavano per assegnare una casa popolare e doveva ricevere la pensione come vittima del 2 agosto con tutti gli arretrati. Ma questo — scuote la testa — non era il suo destino». Domenica mattina era presenta alla commemorazione: «Dopo la cerimonia è anche passato a salutarci». Nell’ottobre del 2006 Mastronicola era stato arrestato dalla polizia per avere rubato una bici a Imola, con la quale era arrivato pedalando fino a Bologna. «Era stato bersagliato dalla sfortuna — ricorda un amico del dormitorio, col quale si confidava — ma era una persona a posto; non beveva come tanti fanno nella sua situazione ed era contento perché aveva trovato un lavoro». Ma il destino ha trovato prima lui.