Un altro anno nero per il marrone. "Pioggia e vespa cinese: mancano i ricci"

Le previsioni dei castanicoltori: "Raccoglieremo il 10 per cento"

Sergio Rontini del ‘Regno del marrone’ di Castel del Rio (foto Isolapress)

Sergio Rontini del ‘Regno del marrone’ di Castel del Rio (foto Isolapress)

Castel Del Rio, 18 agosto 2014 - A vedere tutta quella pioggia c’era da pensare che almeno i castagni non avrebbero sofferto troppo la siccità. E, invece, le precipitazioni insolite, combinate alla presenza della vespa cinese, stanno guastando i piani dei produttori anche quest’anno. Che si prospetta addirittura peggiore della terribile stagione 2012. Dopo l’allarme di questi mesi per pesche e albicocche, ora arriva un altro brutto colpo per uno dei prodotti simbolo della vallata del Santerno: il marrone Igp.

A vedere tutto nero è sicuramente Sergio Rontini, del ‘Regno del marrone’ di Castel del Rio. «Quest’anno va malissimo, non ci sono i ricci — continua a ripetere nel corso della telefonata — e anche quelli che si sono formati per ora sono piccoli». La colpevole, secondo il titolare dell’azienda (50 ettari) è soprattutto la vespa cinese, l’insetto che da alcuni anni sta flagellando anche i boschi delle nostre zone. I lanci dell’antagonista il Torymus sinensis sono statti effettuati anche quest’anno, ma si sa che i risultati si vedono solo nel lungo periodo. Anche le piogge, però, proprio non ci volevano. O meglio, «le piante almeno stanno bene — prosegue Rontini —, ma è il frutto che non ha legato. Se arriviamo a un 8-10 per cento della produzione sarà un miracolo. Ma andare avanti così è dura, sembra di lavorare per niente». Anche perché i costi di manutenzione dei castagneti sono davvero elevati: circa mille euro per ettaro, considerando anche la manodopera.  

Prospettive negative, anche se un po’ meno drastiche, per Virgilio Marconcini, proprietario di una ventina di ettari. «La cosa stranissima — racconta — è che c’è stata una fioritura eccezionale, ma evidentemente poi non è seguita l’impollinazione a causa delle abbondanti piogge. Diciamo che farei la firma per raccogliere il 20 per cento di prodotto». Non c’è che sperare in qualche aiuto europeo o della Regione?

«Ma la beffa è proprio questa — prosegue il castanicoltore —: due anni fa ci erano stati promessi finanziamenti dalla Provincia, ma alla fine ci è stato dato solo un 5 per cento del danno. In parole povere, in tutta Castel del Rio sono girati solo 11mila euro».  Ma Marconcini non si dà per vinto. «Lasciar perdere? Assolutamente no, questa è una cultura secolare e si è visto molto di peggio. Piuttosto c’è stato troppo silenzio sulla situazione anche da parte dei sindacati, questo sì. Comunque a settembre ci aspetta la riunione del tavolo castanicolo: ma bisogna che alle parole seguano i fatti».