Tradimenti, 828 iscritti al sito web di incontri

Il caso Ashley Madison e la 'lista nera'

Uomo e donna (foto repertorio)

Uomo e donna (foto repertorio)

Imola, 26 agosto 2015 - Un attacco hacker che ha già provocato tre suicidi. Tre persone che si sono tolte la vita perché la loro relazione extraconiugale è venuta a galla. Un attacco hacker messo a segno ai danni dei server di Ashley Madison – il sito di incontri per persone in cerca di avventure al di là di matrimonio e convivenze – che ha reso di pubblico dominio i dati sensibili degli iscritti, mandando all’aria, in tutto il mondo, i progetti di migliaia di famiglia.

Tra i dati sottratti e pubblicati sul ‘deep web’, l’Internet parallelo cui si accede con un particolare software, ci sono nomi, indirizzi email, numeri di telefono e preferenze sessuali degli iscritti, tra cui anche funzionari di governi e di istituzioni americane ed europee.

Un sito, Ashley Madison, molto conosciuto anche in Italia e, ovviamente, anche nel nostro territorio. Secondo i dati finiti sul web gli ‘infedeli’ (ossia gli iscritti al noto portale) di Imola e circondario sarebbero in totale 828 di cui 603 nella sola città dell’Orologio, il 92% uomini e un buon otto per cento di donne.

Una quota che stacca decisamente tutti gli altri paesi del circondario, a partire da Castel San Pietro che, nonostante sia un comune di medie dimensioni, ha ‘solo’ 64 iscritti (praticamente tutti uomini, il 98%).

C’è invece più voglia di trasgressione a Casalfiumanese dove 59 sono gli iscritti e dove risulta esserci la maggior percentuale di donne iscritte (16%). A Castel Del Rio, Dozza e Medicina, invece, vince la famiglia tradizionale, quella basata sulla fedeltà e sull’unione. Nessun cittadino, infatti, risulta iscritto al sito.

I dati diffusi on-line, intanto, riguardano 37mila persone. Lo ha fatto sapere la polizia di Toronto, in Canada, secondo cui tra gli effetti dell’attacco hacker ci sono stati ricatti a persone intenzionate a impedire che la propria infedeltà fosse resa pubblica.

Intanto Avid Life Media, la compagnia proprietaria del sito, ha offerto una ricompensa di circa 380mila dollari per chi permetterà di rintracciare gli hacker. Il rischio che la situazione finisse in tragedia lo aveva predetto la settimana scorsa l’analista Brian Krebs: «C’è una possibilità reale che la gente reagisca in modo eccessivo – aveva spiegato –. Non sarei sorpreso se delle persone si togliessero la vita a causa di tutto ciò».

Due studi legali del Canada hanno inoltre avviato una class action da 578 milioni di dollari contro il sito. La causa, intentata contro la Avid Life Media, sarebbe stata avviata per conto di tutti i cittadini canadesi coinvolti. «Sono indignato dal fatto che AshleyMadison.com non sia riuscito a proteggere le informazioni dei suoi clienti», ha detto l’avvocato Ted Charney, che ha presentato il procedimento in tribunale giovedì scorso.