Giovedì 18 Aprile 2024

Cinque castelli, assolto il comandante Brighi

Era accusato di falso materiale. Il legale: «Mai alterati i verbali»

Il comandante Brighi (Foto Isolapress)

Il comandante Brighi (Foto Isolapress)

Imola, 19 dicembre 2014 - Assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste. Il massimo che ogni imputato potrebbe mai aspettarsi da una sentenza. E così è stato, anche per Daniele Brighi, comandante della polizia municipale di Medicina ed ex comandante del Corpo unico dei Cinque castelli (Castel San Pietro, Castel Guelfo, Dozza, Medicina e Mordano), che non esiste più. Brighi era accusato di falso materiale perché, secondo l’accusa, tra il 2007 e il 2008 aveva manomesso dei verbali di multe agli automobilisti per alterare gli importi che i singoli Comuni avrebbero dovuto incassare. Secondo questa tesi il pubblico ministero Giuseppe Di Giorgio, nel gennaio 2012, aveva inflitto al comandante un decreto penale di condanna (quindi senza alcuna udienza): quattro mesi e cinque giorni di pena commutati in una multa di 31.250 euro. Contro il decreto Brighi, assistito dall’avvocato Claudio Benenati, aveva presentato opposizione e la settimana scorsa è arrivata la sentenza.

«Piena soddisfazione per un esito che restituisce rispettabilità e l’immagine dovuta al mio assistito – commenta l’avvocato –. Attendiamo le motivazioni per ulteriori commenti, anche se la formula adottata dal giudice Massimiliano Cenni e la richiesta di proscioglimento chiesta dalla procura a dibattimento sono indicative». Per inquadrare la questione occorre fare un passo indietro, a quando la guardia di finanza iniziò a mettere sotto la lente l’iniqua ripartizione delle multe tra i Comuni associati alla Cinque castelli che ancora oggi è, in parte, irrisolta nonostante l’esistenza di un arbitrato.

Emersero infatti irregolarità nella destinazione delle multe collegate ai photored. O meglio, le multe venivano inviate correttamente agli automobilisti e gli incassi destinati ai Comuni che avevano quegli apparecchi installati sui loro territori (Dozza e Castel San Pietro). Invece, le sanzioni del 126 bis del Codice della strada, quelle che scattano in più quando ad esempio non si dichiara chi è alla guida del veicolo, venivano ripartite dal comandante tra tutti i cinque Comuni soci, in base alla popolazione residente. «Si trattava di un criterio di riparto adottato anche da altri comandi di polizia in regione – spiega il legale –. A un certo punto, emerso il problema della ripartizione dei soldi, la conferenza dei sindaci stabilì con delibera che quelle multe andassero solo a chi ha photored». Ed è qui, secondo la procura, che era avvenuto il falso (nel frattempo le accuse di truffa e abuso d’ufficio erano già state archiviate).

Dopo la delibera, Brighi aveva modificato sul sistema informatico i destinatari degli incassi, ossia i Comuni, in maniera retroattiva per tutti i verbali da 126 bis non ancora pagati dagli automobilisti. «La procura aveva visto come un’alterazione quegli interventi sul sistema – spiega Benenati –, ma abbiamo sempre sostenuto che non fosse così. Non c’era alcuna alterazione dei verbali e, come prevede la legge, veniva lasciata apposita traccia sul sistema informatico. Si dava solo corretta applicazione a quanto chiesto dai Comuni».