Martedì 23 Aprile 2024

La donazione di Benedetta Baroni dà forza alla lotta contro il cancro

Oltre 320mila euro all'Ausl per strumenti d’avanguardia e per la ricerca

 a cerimonia con la quale l’Ausl ha dato conto dell’utilizzo della donazione stabilita dal testamento della signora

a cerimonia con la quale l’Ausl ha dato conto dell’utilizzo della donazione stabilita dal testamento della signora

 

Imola, 31 gennaio 2015 - Strumento d’avanguardia più un anno (almeno) di ricerca su farmaci innovativi e genomica. Così l’Ausl ha investito gli oltre 320mila euro donati da Benedetta Baroni, scomparsa il 27 aprile 2012 all’età di 95 anni. Vedova dal 1998 di Tonino Baruzzi, senza alcun erede diretto (aveva perso il figlio Brunetto, 21enne, in un tragico incidente stradale nel 1965), la signora ha infatti redatto nel 2001 un testamento olografo in cui dichiarava di donare tutti i suoi risparmi in danaro all’ospedale Santa Maria della Scaletta per la lotta contro il cancro.

Una bella storia di solidarietà cominciata quando, nel 2012, l’Azienda sanitaria ha ricevuto dal notaio la notizia del lascito. Il testamento nomina la struttura imolese erede universale della signora ad eccezione dell’abitazione della donna, lasciata all’amico di famiglia Vito Giallorenzo, di due legati (uno alla Casa della carità San Francesco d’Assisi di Lugo, di 10 milioni delle vecchie lire, e uno di cinque milioni di lire a un’amica a cui lasciava la custodia della cappella di famiglia, al Piratello) e delle spese per il funerale. A circa due anni dalla comunicazione di quell’eredità, per l’Ausl è arrivato il momento di rendere noto questo grande dono che la signora Baroni ha voluto dedicare alla sua comunità e rendicontare la destinazione dei fondi ricevuti. Tra il 2014 e il 2015 l’Azienda sanitaria ha infatti già investito circa 220mila euro. Sono stati acquistati un criostato, strumento da 20mila euro che permette congelamento e sezionamento di preparati istologici (tessuti), due sistemi video per laparoscopia (120mila euro) e un video colonscopio hd a guida magnetica (oltre 50mila euro). Infine, i vertici dell’Ausl hanno deciso di puntare anche su un incarico libero professionale da 25 ore settimanali affidato a un medico oncologo per le attività di ricerca. Un compito importante, quello assegnato con procedura pubblica comparativa a Leonardo La Torre, valido un anno (a partire da dicembre 2014) ed eventualmente rinnovabile per un valore di circa 30mila euro. Come spiegato infatti dal direttore di Oncologia, Antonio Maestri, negli ultimi decenni si sono messi a punto farmaci che colpiscono specifici bersagli solo nella cellula malata e non in quella sana. Un meccanismo differente, quindi, dalla chemioterapia, che agisce contro tutte le cellule che si riproducono velocemente, siano esse tumorali o normali. Grazie alla donazione Baroni, l’Ausl può oggi dedicare una risorsa medica a queste fondamentali attività di ricerca.