Ausl, i lavoratori in presidio: "No a questa integrazione"

Le richieste dei sindacati sulla fusione con Bologna. «Vogliamo garanzie per i dipendenti ricollocati»

La manifestazione messa in atto davanti all’ospedale vecchio

La manifestazione messa in atto davanti all’ospedale vecchio

Imola, 30 aprile 2016 –Tutti insieme davanti all’ospedale vecchio per dire ‘no’ («Anche alla luce dei tempi di attesa dilatati per gli esami») alle modalità con le quali si sta portando avanti il processo di integrazione dell’Ausl di Imola con quella di Bologna. Presidio unitario, ieri mattina in viale Amendola, per Cgil, Cisl e Uil. Al termine di una partecipata assemblea, alla quale ha preso parte il personale amministrativo e quello di laboratorio (i primi a essere interessati dall’aggregazione con il capoluogo emiliano), lavoratori e rappresentanti sindacali si sono infatti ritrovati davanti alla direzione generale dell’azienda sanitaria per un primo momento di protesta.

«Il processo è iniziato – fa notare il coordinatore locale della Uil, Giuseppe Rago –. Per quanto riguarda il laboratorio analisi è stata già concordata la cessione del ramo d’azienda a Bologna. Partirà il primo luglio». Ed è proprio per evitare che, nel prossimo futuro, si ripetano scenari simili, Cgil, Cisl e Uil hanno consegnato nelle mani del direttore amministrativo Massimo Mingozzi una «piattaforma unitaria», votata all’unanimità, indirizzata al dg Andrea Rossi e al sindaco Daniele Manca. Cinque le istanze dei rappresentanti dei lavoratori. La prima: il processo di integrazione avvenga mediante «soluzioni organizzative che prevedano rapporti funzionali e non la cessione del ramo d’azienda». Secondo: l’assegnazione dei dipendenti a Bologna sia basata sul «presupposto della volontarietà» dei lavoratori e (terzo punto) «accompagnata da un accordo economico che ammortizzi spese legate al viaggio di trasferimento».

E ancora: deve esserci, sempre secondo i sindacati, la «garanzia di poter ricollocare il personale dei servizi trasferiti a Bologna sui posti vacanti della dotazione organica». Infine, necessario anche un accordo per «reinvestire parte dei risparmi derivanti dalle riorganizzazioni» sul personale imolese. «Teniamo molto a quest’ultimo punto – spiega Rago – perché è indubbio che l’integrazione sia frutto di un mero calcolo di bilancio. Questa trattativa però non può riguardare solo l’Ausl di Imola: anche Bologna deve firmare gli accordi». Sulla vicenda, intanto, interviene anche Simone Carapia (Forza Italia): «Ho già presentato un Ordine del giorno in Consiglio comunale – ricorda l’azzurro –. È fondamentale che questa fusione non avvenga, l’azienda sanitaria unica non deve essere l’obiettivo. Vediamo come si comporterà la maggioranza».