Il bar Bacchilega chiude. E' il giorno dei saluti

Dopo cinquant'anni di attività, lo storico locale ha chiuso i battenti

Imola, chiude il Bar Bacchilega: la titolare con lo staff (Foto Isolapress)

Imola, chiude il Bar Bacchilega: la titolare con lo staff (Foto Isolapress)

Imola (Bologna), 1 giugno 2016 - E' il giorno più lungo per il bar Bacchilega, che chiude ufficialmente i battenti dopo oltre 50 anni di attività. Ieri mattina, complici anche il mercato e la bella giornata di sole, tra i mitici tavolini sotto al portico c’era il tutto esaurito. E in serata, dopo una festa all’interno dello storico locale al piano terra del Municipio, la serranda si è abbassata definitivamente. «È il bar della mia adolescenza – dice una cliente all’uscita –. Sono venuta a prendere l’ultimo caffè». Ma la sensazione è che negli ultimi giorni, da quando cioè la notizia della chiusura è diventata ufficiale, in tanti abbiano fatto lo stesso.

Una sorta di nostalgia preventiva nei confronti di uno dei punti di ritrovo storici della città. Forse il più importante in assoluto, vista la posizione proprio sotto l’Orologio. «Qui lascio un pezzo di cuore – ammette la titolare, Nicoletta Bacchilega, rimasta al timone del bar dopo la scomparsa di papà Mario nel 2015 –. È un dispiacere grandissimo, ma alla fine anche se a malincuore abbiamo dovuto mollare. Siamo stati costretti. Però sono molto contenta che il lavoro svolto in tanti anni sia stato riconosciuto dai clienti».

Molto si è detto, in questi giorni, sull’addio della famiglia a uno dei locali simbolo di un centro cittadino sempre più sofferente. Il contratto d’affitto con il Comune, proprietario delle mura, sarebbe scaduto a fine anno. Ma Nicoletta ha deciso di interromperlo prima. Giusto sabato scorso, durante la conferenza stampa per il terzo anno di mandato, parlando delle tante chiusure nella zona a ridosso dell’Orologio il sindaco Daniele Manca ha escluso responsabilità dirette dell’amministrazione. Dando la colpa delle saracinesche abbassate, oltre che alla contrazione dei consumi, all’incapacità di innovazione degli imprenditori.

«Non ci stavamo più dentro – ammette Nicoletta –. C’era un problema di costi. E poi il pomeriggio c’è troppa poca gente. Il centro è morto: non si può mandare avanti un’attività lavorando solo un giorno a settimana, il sabato. Ma scaricare tutto sui commercianti che invecchiano è ingiusto. Se mi aspettavo un aiuto da parte del Comune? Dico solo che 30 anni fa abbiamo rinnovato a nostre spese, ma ora che per esempio c’era da mettere a norma il bagno non potevamo fare tutto da soli».

La chiusura del Bacchilega, arrivata qualche mese dopo quella del vicino bar Colonne (altro immobile pubblico), apre nuove scenari. Manca ha spiegato di confidare molto nella possibilità di rigenerazione di quegli spazi, anche alla luce dei lavori di ristrutturazione che interessano da un lato il Borghetto (lo spostamento dell’Urp libererà la galleria del Risorgimento) e dall’altro il voltone del palazzo comunale. «Ci sono possibilità per il settore della ristorazione, dei bar e dei pubblici esercizi che hanno voglia di fare una cosa bella, grande», aveva detto il sindaco in riferimento al bar Colonne. Quanto al Bacchilega, «può essere anche un contenitore letterario – è il pensiero Manca –, una vetrina culturale». Nicoletta però ha un desiderio: «Mi auguro che qui rimanga un bar, perché questo resta il più bello di tutta Imola».