Bacchilega, bar Colonne e July Cafè. C’era una volta il centro storico

Fioccano le chiusure. E riapre solo chi non deve pagare l’affitto

Imola, la saracinesca abbassata del bar Bacchilega (Foto Isolapress)

Imola, la saracinesca abbassata del bar Bacchilega (Foto Isolapress)

Imola (Bologna), 2 giugno 2016 - Quattro 'x' pesanti su altrettanti bar storici (Bacchilega, Colonne, July ed ex Parigi), tanti cartelli ‘vendesi’ o ‘affittasi’ e un saldo che, al netto del normale turnover, resta comunque profondamente negativo. La geografia delle attività commerciali del centro cittadino sta cambiando radicalmente volto. Ma, almeno per il momento, in peggio. Tantissime le saracinesche abbassate, anche in immobili di proprietà del Comune. L’ultima, quella che fa più male, è del Bacchilega, che saluta Imola dopo oltre mezzo secolo di attività quotidiana.

«Grazie a ogni singola persona che ha speso anche solamente un secondo in nostra compagnia», recita il cartello comparso ieri mattina, primo giorno di chiusura, sulla vetrina del locale. L’auspicio è che, dopo il cambio della guardia, sia un stop solo provvisorio. Proprio come accaduto per gli spazi dell’ex pasticceria La Rocca, in via San Pier Grisologo, e del bar Fiat all’incrocio tra le vie Mazzini e Rivalta. In entrambi i casi, a riaprire dopo l’addio delle gestioni in affitto sono stati i figli dei proprietari storici: da un lato Roberto Villa e dall’altro Roberto Fierro.

Ma nel caso del Bacchilega, e del vicino bar Colonne, la proprietà è del Comune. Il sindaco Daniele Manca nei giorni scorsi è stato categorico: l’amministrazione – è il pensiero del primo cittadino – non ha responsabilità dirette. Colpa, sempre secondo Manca, della crisi e degli imprenditori incapaci di innovarsi. In realtà, le poche agevolazioni fiscali e la recente stangata sui parcheggi pesano eccome. E per l’ente di piazza Matteotti, che tra le colpe non sue sconta anche quella dell’addio del tribunale di via Cavour, è arrivato il momento di accelerare: per attrarre gli imprenditori servono i lavori negli spazi della galleria del Risorgimento, liberi dagli uffici comunali pronti al trasloco in sala Miceti, e il restyling del voltone del municipio.

Nel frattempo, cosa fanno le associazioni di categoria? La vicenda parcheggi è paradigmatica del sentimento di sfiducia dei commercianti nei confronti dei loro rappresentanti, oltre che del Comune. La petizione per provare a fermare gli aumenti (oltre 5.700 le firme raccolte) è partita dal basso, per volontà dei negozianti, e ha trovato la sponda solo di Confesercenti.

La proposta di Cna sulla card con minuti di sosta gratis per chi fa acquisti sotto l’Orologio è arrivata quando i giochi erano fatti. Confcommercio Ascom, dal canto suo, è impegnata proprio in questi giorni in un progetto che punta alla riapertura temporanea dei locali commerciali sfitti del centro attraverso un concorso di idee. Un’iniziativa, questa, che vede impegnato anche il Comune. È chiaro: se il lavoro non si crea per decreto, figurarsi con un’ordinanza. Ma invertire la tendenza, adesso, deve essere la priorità di questa amministrazione.