Calcio a cinque, "Mi sembrava davvero pentito, ma ho sbagliato a dargli fiducia"

Arbitro aggredito dal calciatore, lo sfogo di mister Marri

 Il presidente dell’Associazione club Castel San Pietro, Marco Rondelli

Il presidente dell’Associazione club Castel San Pietro, Marco Rondelli

Castel San Pietro (Bologna), 24 gennaio 2015 - Calcio a cinque castellano nell’occhio del ciclone, in seguito all’episodio avvenuto nei primi minuti della sfida tra le squadre juniores del Bologna Futsal e dell’Associazione club Castel San Pietro, con il giocatore Osama M della squadra castellana che ha colpito il direttore di gara con un pugno, mandandolo al pronto soccorso. Un episodio deprecabile, per il quale la società si è subito scusata e del quale fatica a capacitarsi l’allenatore, Roberto Marri, da sempre un esempio di lealtà e correttezza, nel panorama del calcio a cinque emiliano-romagnolo.

«Il giocatore aveva già subito una squalifica pesante e mi sembrava sinceramente pentito – racconta Marri ancora scosso per l’accaduto –. Il ragazzo, durante la sospensione, aveva continuato ad allenarsi sempre, veniva a vedere le partite e niente faceva pensare a una reazione del genere. Del resto siamo in un paese, nel quale si finisce per conoscerci tutti e se il ragazzo si comportasse male fuori dal campo lo sapremmo e lo avrei subito allontanato. Per questo motivo ho deciso di ridargli fiducia, ma mi accorgo di avere sbagliato».

Può avere inciso il fatto che la precedente pesante squalifica (7 giornate ndr) fosse scattata proprio dopo la gara di andata contro Bologna? «Ho chiesto espressamente al ragazzo se non ci fossero ancora in giro delle ruggini pregresse – prosegue il mister – ma mi ha assicurato che era tutto dimenticato e mi è sembrato sincero. Io non sono uno psicologo, di lavoro faccio il magazziniere, e gli ho creduto. Un’ora dopo la partita mi ha chiamato per scusarsi, ma per il momento sono troppo scosso per parlare con lui. La notte scorsa non ho dormito per quanto successo e per quanto sta ancora accadendo».

In effetti, oltre al ragazzo è tutta la società ad essere sotto accusa. «E’ vero, purtroppo siamo stati coperti da una miriade di commenti infamanti, che hanno colpito non solo me e la mia squadra, ma tutti i dirigenti, come il presidente Rondelli e Cerè, persone che si sono sempre prodigate per creare e far crescere il calcio a cinque a Castel San Pietro, anche con mezzi modesti – continua Marri –. Sinceramente credo che non meritiamo tutto questo per colpa di un episodio deprecabile, ma che può capitare in qualsiasi società. Personalmente, ho giocato a calcetto oltre 20 anni e in carriera non sono mai stato espulso; ho preso un cartellino giallo, è vero, ma per perdita di tempo, dato che stavamo vincendo. Adesso alleno una squadra di ragazzi educati, che si impegnano sempre e non posso accettare che si faccia di ogni erba un fascio e che veniamo coperti di insulti».