I carabinieri in chiesa per spiegare come prevenire le truffe

Nella parrocchia di San Gregorio Magno

Casalfiumanese, la lezione dei carabinieri in chiesa

Casalfiumanese, la lezione dei carabinieri in chiesa

Casalfiumanese (Bologna), 2 febbraio 2016 - I carabinieri sul pulpito. O quasi... Succede a Casalfiumanese dove don Antonello Caggiano Facchini ha deciso di aprire le porte della sua chiesa, nella parrocchia di San Gregorio Magno, per sensibilizzare i fedeli – in particolare quelli più anziani – nella prevenzione delle truffe.

«E’ stato ovviamente alla fine della celebrazione liturgica – ci tiene a sottolineare il sacerdote – e credo si sia trattato di un intervento molto utile». Insomma, la chiesa che diventa piazza e dà il proprio apporto anche sulla questione sicurezza.

«Lo abbiamo fatto molto volentieri – prosegue don Antonello –. Siamo in ottimi rapporti con l’Arma dei carabinieri e la nostra parrocchia è un importante punto di aggregazione per il paese. Ed è giusto che ognuno di noi faccia la propria parte per evitare che qualche cittadino possa finire nel mirino di ladri e truffatori».

E così il comandante della locale stazione dei carabinieri, il maresciallo capo Guglielmo Saponaro, domenica scorsa, si è recato in chiesa e, al termine della Santa Messa, grazie alla disponibilità del sacerdote, ha illustrato la problematica ai presenti, fornendo le indicazioni per evitare di cadere nei tranelli messi in atto da ‘personaggi pericolosi’ che si spacciano per quello che non sono: appartenenti alle forze dell’ordine, assicuratori, avvocati, tecnici del gas, dell’acqua, dell’energia elettrica, ufficiali giudiziari.

Gente senza scrupoli che, dopo aver carpito la fiducia del malcapitato di turno, lo derubano senza alcuno scrupolo. Casi che si verificano ogni giorno nelle grandi città, ma anche in piccoli paesi come può essere Casalfiumanese. «L’azione di prevenzione è fondamentale – prosegue don Facchini –. Purtroppo ci sono persone senza scrupoli che non esitano un istante prima di fare del male a qualcuno ed è giusto fare di tutto per evitare che ciò avvenga anche nella nostra comunità».

Una comunità che rema unita e che, domenica, ha ascoltato volentieri le indicazioni del maresciallo Saponaro. Che, assieme alle altre autorità del paese, è un punto di riferimento. «Il maresciallo ha spiegato in dettaglio come agiscono queste persone – conclude don Antonello –. Ora i parrocchiani hanno sicuramente un bel po’ di strumenti in più per evitare di finire nella rete».