Edilcarpentieri, «I dipendenti non avevano visto l’accordo»

Summit in Comune. La Cisl: «Impugneremo i licenziamenti»

(Foto Isolapress)

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Casalfiumanese (Imola), 30 luglio 2014 - E’ ancora la vicenda Edilcarpentieri a tenere banco nelle sale del Comune di Casalfiumanese. L’impresa edile che dall’1 luglio ha licenziato 35 carpentieri, dismettendo il comparto carpenteria e conto terzi, sta proseguendo la sua attività, con le commesse in essere e solo una ventina di addetti. Un forte ridimensionamento che ha portato al via libera delle banche alla ristrutturazione del debito e all’immissione di nuova liquidità, ma che è costato caro a quei 35 lavoratori ora in disoccupazione. Ieri in Comune i sindacati erano convocati per affrontare con il sindaco il tema degli esuberi, ma al tavolo era presente solo la Filca-Cisl che non aveva partecipato alle trattative non avendo, all’epoca, iscritti in azienda.

«La ristrutturazione non è stata accompagnata dai 24 mesi di cassa integrazione straordinaria che un domani potevano allungarsi con 18 mesi di mobilità — spiega Francesca Cocco della Fillea-Cisl —. L’azienda invece è riuscita ‘far fuori’ i dipendenti, dando lavoro agli artigiani». All’incontro hanno partecipato anche il sindaco Gisella Rivola e, per l’azienda, il responsabile amministrativo oltre a una consulente. «L’accordo quadro sottoscritto dalla Cgil che prevedeva i licenziamenti dall’1 luglio senza incentivi — continua Cocco —. Inoltre è prevista una rateizzazione del Tfr fino a 12 mesi, dall’1 luglio. Stiamo valutando con il legale i presupposti per impugnare i licenziamenti, ma la possibilità di indennizzo è tutta da studiare essendo stato sottoscritto quell’accordo». Accordo che l’allora rsu Cgil Antiochino Cocco, oggi passato alla Cisl, sostiene di non aver mai nemmeno visto.

«A fine marzo, con la segretaria Fillea-Cgil Sonia Bracone, avevamo deciso o tutti o nessuno, cioè non firmare accordi che salvavano solo gli amministrativi — spiega —. Io non ho firmato nulla e per due volte non ho partecipato agli incontri perché la segretaria si è dimenticata di passarmi a prendere. I contenuti dell’accordo quadro non li conoscevamo nemmeno». Il risultato adesso è che «siamo stati licenziati, non abbiamo ancora visto il Tfr e ci devono pagare ancora maggio e giugno», conclude l’ex rsu. «Tenterò di portare avanti un discorso più istituzionale, vista anche la crisi della Cesi, perché si possa dare risposta a questi 35 lavoratori, premesso che ormai gli accordi con le banche sono fatti — commenta il sindaco Rivola —. Gli operai hanno pagato un grosso scotto, ma è prevista anche la formazione per loro e l’eventuale rientro dopo tre anni».