CronacaPugno all’arbitro: squalificato cinque anni

Pugno all’arbitro: squalificato cinque anni

Il giudice sportivo ha anche ‘bandito’ il giocatore dell'Associazione Club Calcio a 5 da qualsiasi ruolo all’interno della Figc

Marco Rondelli, presidente dell'associazione calcio a 5 Castel San Pietro

Marco Rondelli, presidente dell'associazione calcio a 5 Castel San Pietro

Castel San Pietro Terme (Bologna), 26 febbraio 2015 - L'Associazione Club calcio a 5 Castel San Pietro si aspettava sicuramente una pesante stangata per il suo giocatore della formazione juniores, Osama M., colpevole di avere colpito al volto il direttore di gara, quando lo stesso gli aveva mostrato il cartellino rosso nella gara di campionato contro il Bologna Futsal. Al di là dello 0 a 6 a tavolino, anche questo scontato, la squalifica del giocatore per cinque anni, fino al 25 febbraio 2020, e l’inibizione a ricoprire qualsiasi ruolo nella FIGC, a qualunque titolo (giocatore, allenatore o dirigente), una sorta di Daspo per il calcio a cinque, risultano provvedimenti molto pesanti, contro i quali la società non farà ricorso.

«In casi come questo il giudice sportivo si basa sul referto arbitrale e quindi ricorrere non avrebbe molto senso – afferma il presidente Marco Rondelli  – Il comportamento non può trovare giustificazione, siamo molto rammaricati e intendiamo chiedere scusa al direttore di gara. Voglio solo sottolineare come episodi analoghi siano sempre successi, anche in questa stagione, venendo sanzionati in maniera meno drastica.

La nostra società, pur venendo colpita per responsabilità oggettiva, è a propria volta vittima, come l’allenatore e i compagni di squadra del ragazzo. L’Ass. Club festeggia i 25 anni dalla propria fondazione e credo di poter affermare che si è sempre distinta per serietà e correttezza, vincendo anche una Coppa Disciplina». In casi come questo la responsabilità oggettiva delle società è un’altra conseguenza scontata che però sembra sia stata travalicata da commenti pesanti che hanno coinvolto un po’ tutti.

E, non a caso, l’allenatore degli Juniores, Roberto Marri, si è lamentato di una generalizzazione che non ha risparmiato nessuno, a cominciare dal presidente, passando poi attraverso Renzo Cerè, un altro dei fondatori della società e personaggio storico del calcio a cinque, non solo castellano. «La società bolognese sull’argomento ha scatenato un putiferio incredibile, in particolare con commenti sul proprio sito gravemente offensivi nei confronti della società e minacciando addirittura una azione penale che, semmai, spetterebbe al direttore di gara colpito – continua Rondelli – Un nostro giocatore ha compiuto un atto grave e pagherà duramente, ma il fango che ci è stato gettato addosso non posso tollerarlo».