Castello calcio, nessuna frode fiscale: "Sponsorizzazioni regolari"

Le accuse riguardavano nove imprenditori e tre dirigenti sportivi

L’ex presidente del Castel San Pietro Calcio Mauro Montebugnoli

imola montebugnoli

Castel San Pietro, 21 luglio 2015 - Nessuna frode fiscale. Nessuna emissione di documenti falsi nella società Castel San Pietro Calcio. Lo ha stabilito ieri mattina il giudice per l’udienza preliminare Alberto Ziroldi, assolvendo con formula piena tre dei dodici imputati (avevano scelto il rito abbreviato) e prosciogliendo da ogni accusa gli altri nove. Secondo la procura di Bologna, gli illeciti commessi facevano riferimento alle sponsorizzazioni sportive e alla retrocessione del nero che la società avrebbe fatto agli imprenditori. Questo meccanismo, che per l’accusa avveniva con il favore di tre dirigenti del Castel San Pietro Calcio, avrebbe consentito ai nove imprenditori di dichiarare, grazie a fatture false, i costi sostenuti per le sponsorizzazioni al 100 per cento, quando invece la società sportiva restituiva loro l’80 per cento. La società, dal canto suo, avrebbe potuto godere subito di un’ingente disponibilità di liquidità. I fatti contestati facevano riferimento agli anni 2004-2012 con una retrocessione di denaro annua ai main sponsor dai 100mila ai 400mila euro e di 10mila-30mila euro agli sponsor minori. La vicenda aveva preso il via nel 2010, dopo un esposto anonimo che circostanziava l’accusa a due aziende sponsor. Le indagini della Finanza, coordinate dal pubblico ministero Giuseppe Di Giorgio, si sono però estese arrivando a contestare l’accusa di frode fiscale in concorso a 12 persone tra imprenditori e dirigenti. A questi ultimi – tre, tra i quali l’allora presidente della società Mauro Montebugnoli – si aggiungeva l’emissione e l’uso di documenti falsi.

A settembre, chiuse le indagini, Di Giorgio chiese il rinvio a giudizio per tutte e 12 gli imputati. Poi, dopo tre udienze, la decisione di ieri del giudice: i tre imprenditori che hanno optato per l’abbreviato (assistiti dai legali Gabriele Bordoni, Riccardo Artelli e Cesarina Mitaritonna) sono stati assolti perché il fatto non sussiste, nonostante il pm avesse chiesto una condanna a un anno e mezzo per uno sponsor e a un anno e cinque mesi per gli altri due. Tutti gli altri (difesi tra i vari da Ermanno Corso, Aldo Savoi Colbis e Pierfrancesco Zappoli, Manuela Amore), assolti. «Il materiale informatico acquisito dalla Finanza era stato raccolto in maniera difforme dalle norme – rileva Bordoni che difendeva uno dei principali sponsor del Castello Calcio – e le dichiarazioni confluite nel fascicolo erano state raccolte non in presenza di un legale. Inoltre, abbiamo dimostrato che il bilancio della società calcistica, di circa 500mila-600mila euro, non poteva reggersi senza la reale disponibilità delle sponsorizzazioni documentate». Quest’indagine «si basava solo su voci – aggiunge Corso che assisteva Montebugnoli -, rivelatesi prive di riscontri concreti».