Le antenne non fanno più paura «Ma stiamo attenti ai telefonini»

Ok i monitoraggi degli impianti. Inizia un progetto con le scuole

Tronconi e Santi

Tronconi e Santi

Imola, 13 febbraio 2015 - In mezzo a tanti temi ambientali dibattuti – discarica e autodromo su tutti – c’è una battaglia che la giunta sente di aver vinto: quella sulle antenne per la telefonia mobile. Il monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche svolto in città in questi mesi, dopo che a fine 2013 il Comune si trovò sommerso dalle richieste di installazione delle compagnie telefoniche, alle quali fecero seguito le preoccupazioni dei cittadini, ha dato esiti più che positivi. E ora l’amministrazione, sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, che mette sul piatto 15mila euro, rilancia. Grazie a Polab srl, la ditta toscana a cui si è affidata per gestire un fenomeno divenuto nel tempo molto sentito sul Santerno, porta l’educazione al corretto utilizzo delle nuove tecnologie in 13 scuole medie del territorio. Si parla per un paio d’ore con i ragazzi, si danno loro consigli su come gestire il rapporto con lo smartphone e si invita la classe a realizzare uno spot contro i rischi delle onde elettromagnetiche. Ci sono anche dei premi in palio.

«La nostra è una riflessione iniziata a novembre 2013 – ricorda l’assessore all’Ambiente, Davide Tronconi –. Abbiamo capito subito che non bisognava fare i don Chisciotte contro una tecnologia diffusa e quotidiana: i Comuni che, in buona fede, volevano impedire l’installazione delle antenne, si sono trovati con ricorsi al Tar regolarmente persi. Così abbiamo trovato le risorse e un partner tecnico per studiare a fondo l’elettromagnetismo: ci siamo dotati del piano delle localizzazioni e abbiamo verificato le emissioni elettromagnetiche in maniera puntuale». E i risultati, da tempo pubblicati sul sito Internet del Comune, appaiono tranquillizzanti. «Nessuna antenna supera i valori – ribadisce Tronconi –. I dati più alti certificano 2,5 volt per metro (il limite è 6, ndr). E parliamo di misure in facciata. Le antenne della telefonia non sono il problema, almeno a Imola». Il nodo, secondo il ragionamento dell’amministrazione, sono appunto i telefonini. Da qui il percorso avviato con Polab nelle scuole. «Non diremo mai ai ragazzi di non usare lo smartphone, ma di farlo in maniera consapevole evitando i rischi e le brutte abitudini, come quella di mettere il cellulare sotto il cuscino durante la notte – spiega Alfio Turco, amministratore della srl –. Alle scuole medie si riesce ancora a mettere in discussione l’uso indiscriminato del telefonino, perché è visto ancora come un giocattolo. Non c’è quel legame, quasi affettivo, che riscontriamo alle superiori».

L’iniziativa è possibile grazie all’intervento della Fondazione. «Questa è una campagna di approfondimento di grande importanza – commenta il presidente Sergio Santi –. Un’azione lodevolissima e condivisibile perché parla di un argomento molto vicino alle persone. Se puntiamo sulla conoscenza, evitiamo la paura e la demagogia. Per questo siamo pronti a investire ancora se la cosa avrà ulteriori sviluppi».