Conto salato per l’hotel a 5 stelle. Il Danieli paga 9 milioni a Cesi

Il liquidatore chiude la trattativa per i lavori di restauro del 2008

Il set di The Tourist, girato al Danieli

Il set di The Tourist, girato al Danieli

Imola (Bologna), 29 marzo 2015 - Un sogno. Caro, ma pur sempre un sogno. E’ il blasonatissimo hotel Danieli di Venezia, a due passi da piazza San Marco, da dove sono passati tutti i volti noti di Hollywood e del jet set internazionale. The tourist, il film con Angelina Jolie e Johnny Depp, lo ha celebrato in ogni suo drappo, mostrando al mondo quelle suite per cui la gente (o meglio, certa gente) è disposta a sborsare anche 12mila euro a notte. Ma James Bond aveva già aperto le danze.

Eppure, nonostante le tariffe, anche il Danieli fatica a pagare i conti. Come quelli dell’imponente ristrutturazione avviata nel 2007 dal Gruppo Statuto di Milano, proprietario di diversi hotel di lusso, tra i quali il Danieli. A eseguire buona parte delle opere fu la Cesi, in uno dei momenti di massimo splendore della cooperativa edile, quando lo spettro della liquidazione coatta era ancora lontano.

Ma in laguna Cesi si è impantanata. Il conto iniziale, con varianti in corso d’opera, di oltre 16 milioni di euro (più iva) che la coop doveva incassare è arrivato a una definizione solo pochi giorni fa, con un accordo. Il liquidatore di Cesi Antonio Gaiani ha ricevuto il via libera ministeriale per chiudere la partita fuori dalle aule dei tribunali e incassare 9 milioni di euro. Nel mezzo si sono susseguiti sette anni di trattative e contenziosi giudiziari.

La vicenda inizia nel 2008, quando Cesi conclude i lavori. Il Danieli inizia a pagare, ma solo in minima parte l’importo pattuito tanto che a febbraio 2011, tra iva e interessi, il credito di Cesi ammonta ancora a 19,9 milioni di euro. Cesi e Danieli quell’anno avviano una formale transazione per evitare contenziosi, ma il pagamento rateizzato concordato non viene rispettato e nel novembre 2013 la coop avvia un arbitrato, a Milano.

Agli arbitri Cesi chiede la condanna del Danieli al pagamento dei 14,3 milioni di euro più interessi che, secondo la coop, doveva ancora incassare. Il Danieli, dal canto suo, contesta la somma e offre in cambio un immobile. Con l’avvio della liquidazione coatta, però, i contatti tra Cesi e Danieli riprendono e arrivano a un accordo, abbandonando l’arbitrato: il gruppo alberghiero riconosce un debito verso Cesi di complessivi 14,36 milioni di euro e propone di acquistare il credito della coop, tramite la Mdp Holding (sempre Gruppo Statuto), a 9 milioni netti: mezzo milione alla stipula del contratto e il resto con rate fino al 2019. Il pregio? La fideiussione a copertura degli 8,5 milioni di euro, riscattabile in caso di inadempienza nel pagamento delle rate.

Ma quello del Danieli non è l’unico accordo chiuso negli ultimi giorni. In sospeso c’erano ancora i ‘conti’ per la riqualificazione architettonica dell’ex palazzo comunale di Segrate (Milano), nell’ambito di una convenzione urbanistica tra Comune e Fondo Andromeda. Dei complessivi 5 milioni di euro di lavori, Cesi sosteneva di dover ancora incassare 2,2 milioni di euro dal Fondo (finito in liquidazione e sostituito da una società di gestione del risparmio, la Cordea Savillis). L’accordo stipulato tra il liquidatore e Cordea prevede invece il pagamento a Cesi di 1,83 milioni di euro (80 per cento del credito), ma in soli 15 giorni di tempo.