Crac Cesi, 75 di nuovo al lavoro

A Roma l’incontro con Regione e Legacoop

Imola (Bologna), la protesta dei lavoratori Cesi in Regione (FotoSchicchi)

Imola (Bologna), la protesta dei lavoratori Cesi in Regione (FotoSchicchi)

Imola (Bologna), 29 luglio 2014 - Da un lato i numeri, purtroppo noti, del crac: 375 milioni di euro di debiti e 403 dipendenti ‘a spasso’. Dall’altro, quelli dei lavoratori tornati in servizio a poco più di due settimane dalla nomina del commissario per la liquidazione coatta amministrativa: 75, se tutto va bene e il condizionale nella vicenda Cesi è d’obbligo. Ricapitoliamo. Sono 32 i tecnici, ma soprattutto gli amministrativi, che il liquidatore Antonio Gaiani aveva già fatto rientrare in azienda nei giorni scorsi. Una squadra pensata proprio per far andare avanti tutta la macchina burocratica della liquidazione e che, pur riducendosi di numero in futuro, dovrebbe andare avanti fino al termine della procedura concorsuale. Alcuni ruoteranno, ogni due mesi, a seconda dei profili professionali ricoperti. 

Poi ci sono altri 13 lavoratori che da ieri hanno ripreso servizio in tre cantieri condotti da Cesi in associazione temporanea d’impresa con la bolognese Coop costruzioni: il teatro Galli di Rimini, le scuole Marco Polo di Crevalcore e l’ospedale San Salvatore de L’Aquila. Poi ci sono altri 30 addetti che erano distaccati in altre attività consortile, ma che con l’avvento della liquidazione hanno dovuto fermarsi. Ieri da Cesi sono partite le richieste alle imprese in consorzio per quei 30 posti perché queste mettessero nero su bianco la richiesta di distacco, così da procedere al rientro al lavoro anche di questa ulteriore ‘fetta’ di manodopera.

Così facendo la conta dei dipendenti attivi — ma verranno stipendiati dalle altre imprese dell’appalto — arriva a quota 75 su 403 iniziali (385 al netto dei dirigenti). Un risultato forse insperato sulle prime, visto che quei 75 addetti, per i mesi che saranno distaccati nei cantieri, riceveranno lo stipendio pieno, ma si tratta di una magra consolazione. Per tutti gli altri — e anche per quei 75 quando finiscono gli appalti — resta lo scenario della cassa integrazione straordinaria per 12 mesi. 

Intanto, oggi a Roma, al ministero dello Sviluppo economico, si terrà il cruciale incontro chiesto da Regione e Legacoop Emilia-Romagna per fare il punto sulla crisi di tutto il sistema edilizio regionale, alla presenza dei sindacati. Un incontro atteso da più parti soprattutto per capire la fattibilità del progetto di un polo delle costruzioni unendo Cesi, Iter di Lugo, Cdc di Modena e Coop costruzioni Bologna, più noto sulla carta stampata che negli studi di fattibilità.