"Crac Cesi, i lavoratori sono la priorità"

Manca: "Non parlate di crisi delle coop" di Valentina Vaccari

Cesi, sindacati e operai davanti ai cancelli di via Sabbatani a Imola (Isolapress)

Cesi, sindacati e operai davanti ai cancelli di via Sabbatani a Imola (Isolapress)

Imola (Bologna), 14 luglio 2014 - Una settimana per capire e per sperare ancora in un futuro con un occhio alla Capitale dove ‘abbiamo’ un imolese in un ministero chiave come quello del Lavoro: Giuliano Poletti, massimo esperto del mondo della cooperazione. E, infatti, quello con il governo potrebbe essere un passaggio fondamentale per sciogliere il nodo degli ammortizzatori sociali, in scadenza a fine mese, per gli oltre 400 lavoratori della coop edile, in liquidazione coatta amministrativa. Per ora il ministro, contattato dal Carlino, preferisce non rilasciare dichiarazioni e i lavoratori attendono con preoccupazione la giornata odierna.  Questa mattina, infatti, alle 10, il colosso di via Sabbatani deve comparire in aula, in Tribunale a Bologna, per rispondere di una fattura non pagata (circa 200mila euro) a un fornitore bresciano che ha presentato istanza di fallimento. Ma i creditori sarebbero 1.125 che potrebbero, a loro volta, adire le vie legali.  Giornata, quella odierna, densa di appuntamenti perché alle 11 è previsto un vertice tra il liquidatore Antonio Gaiani e Cgil, Cisl e Uil, i quali alle 15 incontrano il sindaco Daniele Manca.  Al momento, la priorità dei rappresentanti sindacali e del primo cittadino è l’accertamento delle condizioni necessarie per dare corso agli ammortizzatori sociali. «Ora la cosa fondamentale è salvaguardare i lavoratori — dichiara Manca — . Poi con responsabilità dobbiamo cercare una soluzione per questa vicenda. Una partita che non si risolve con le urla o mettendo la testa sotto la sabbia». Il sindaco sottolinea che «senza una serie di investimenti, il settore dell’edilizia è quello più compromesso in questa crisi, per cui bisogna trovare nuovi investitori capaci di guardare al futuro delle costruzioni». Per Manca però il ‘caso’ Cesi non rappresenta la crisi del settore cooperativo, «perché ci sono delle coop che vanno bene. È quindi necessario valutare cosa è successo e perché siamo arrivati a questo punto». Poi: «La crisi esprime un cambiamento. Se la gestione del settore immobiliare è entrata in crisi allora non sarà più quel determinato modello a far crescere il territorio». Parafrasando, «è necessario verificare che il sistema cooperativo del settore edile sia in grado di affrontare questo cambiamento». Prima di tutto «bisogna guadagnarsi gli ammortizzatori sociali — dichiara invece Riccardo Galasso di Feneal-Uil —. Noi chiederemo la cassa integrazione, ma in questo caso (liquidazione coatta) i passaggi sono più complessi. Saranno liquidatore e ministero a decidere». Per Danilo Francesconi (Cisl), «il commissario dirà se si continuerà a lavorare, anche perché ci sono dei cantieri in fase conclusiva». Condivide Paolo Stefani, segretario Cgil Imola, che aggiunge: «Prima di tutto si deve affrontare la questione degli ammortizzatori, poi parleremo di quanti posti di lavoro siamo in grado di salvare». 

Valentina Vaccari