Il caso della consigliera grillina:«Mobbizzata dalla preside»

Doppio richiamo per Claudia Resta. E il Movimento si mobilita

Claudia Resta

Claudia Resta

Imola, 28 agosto 2014 - L’accusa è grave: mobbing. A muoverla, nei confronti del suo dirigente, non è una lavoratrice qualsiasi. E’ un’insegnante delle scuole Rodari e il datore di lavoro in questo caso altro non è che la preside Maria Anna Volpa. A darne notizia è il gruppo consiliare del Movimento 5 stelle perché a questa storia manca l’ultima parte: l’insegnante che si sente ‘mobbizzata’ altro non è che la consigliera comunale Claudia Resta. «Poco erano piaciute alla dirigente Maria Anna Volpa le affermazioni della consigliera sul rumore dell’autodromo che disturba la scuola di Montebello o le sue prese di posizione per riorganizzare le scuole imolesi — esordiscono i ‘grillini’ —. Così dopo una carriera di 15 anni di insegnamento senza nessuna ombra, durante il periodo estivo la consigliera si è vista recapitare due richiami disciplinari».

Il primo riguarderebbe un suo intervento «durante una riunione con un pensiero non in linea con quello della dirigente». Il secondo per «aver acceso inavvertitamente la torcia di un telefono di una collega durante un’altra riunione. La dirigente, che aspettava solo un pretesto per incastrarla, con la collaborazione di qualche docente che ha affermato di aver visto una luce, l’ha accusata di effettuare riprese non autorizzate». Questo secondo episodio, a fine giugno, è sfociato in un richiamo scritto ai danni della consigliera-insegnante, nonostante Resta avesse prodotto delle contromemorie tramite il suo legale Enrico Caliendo. Come ad esempio che non si trattava di una ripresa alcuna, che del video non c’è traccia da nessuna parte e che a quell’ora del mattino non ci sarebbe stato bisogno di accendere il flash. Poi però gli attacchi si fanno più pesanti. «Durante l’anno si sono verificati comportamenti poco professionali di colleghe anche nei confronti dei bambini e la dirigente non è mai intervenuta, mentree richiama la nostra consigliera per le sue idee politiche — sostengono i 5 stelle —.

Subito è partita una querela per la collaboratrice della dirigente del plesso di Rodari per diffamazione (quella che sosteneva di aver visto la luce del telefonino, ndr) e per la dirigente per mobbing. Purtroppo la dirigente sta usando questi metodi anche nei confronti di altri docenti che non hanno la possibilità di difendersi e che non riescono più ad esercitare serenamente il proprio lavoro. D’altronde a Imola funziona così: se ti opponi al sistema Pd, trovano sempre il modo di farti tacere».