«La discoteca fa troppo rumore». Il Comune chiude le ‘Acque’

Autorizzazione sospesa. L’amarezza del gestore

Una festa alle Acque Minerali. Nella foto sotto Valentino Boschi

Una festa alle Acque Minerali. Nella foto sotto Valentino Boschi

Imola, 24 ottobre 2014 -Alal fine è arrivata, nonostante le contromemorie prodotte: il Comune ha chiuso la discoteca della Acque minerali. Autorizzazione sospesa per il locale, attivo almeno dagli Anni ‘50, fino a quando non verranno eseguiti interventi tecnici tali da ridurre le emissioni rumorose, con documentazione relativa da produrre 60 giorni prima della ripresa dell’attività. Ossia, se la discoteca dovesse riaprire l’1 maggio, interventi e relazione tecnica post intervento dovranno essere completati per febbraio. L’ordinanza di chiusura è datata 26 settembre (notificata il 2 ottobre) ed è stata consegnata a Valentino Boschi, gestore e amministratore della V&L, la società creata appositamente per la gestione del Parco delle Acque minerali dopo aver vinto il bando comunale, nel 2010. Il problema, già evidenziato alla vigilia di Ferragosto con un avvio di procedimento amministrativo finalizzato alla sospensione dell’attività, starebbe tutto nei differenziali delle emissioni acustiche prodotte. In soldoni, alla discoteca non si contesta di aver sforato i decibel massimi consentiti, ma la differenza consentita tra il rumore ambientale del Parco e quello immesso dalla discoteca.

 

DOPO la rilevazione eseguita dall’Arpa l’1 agosto – l’unica dal 2010 – si era avviato l’iter amministrativo a cui Boschi ha risposto producendo delle contromemorie. Osservazioni non risultate sufficienti dall’Arpa e il Comune ha preso provvedimenti, sospendendo l’attività. «Dal Comune ci hanno chiesto un mese di tempo per confrontarsi complessivamente sul Parco – racconta Boschi –. Aspetto il 14 novembre, come mi hanno detto. Aspetto di capire se il Comune vuole ancora una discoteca. Intanto pensiamo al ricorso al Tar, perché secondo noi ci sono gli estremi, a partire dalle modalità con le quali sono state eseguite le misurazioni. Intanto abbiamo dovuto sospendere la stagione in anticipo per l’ordinanza, nonostante ottobre sia stato un mese buono».

L’amarezza è tanta, a partire dall’aspetto formale («ho fatto un accesso agli atti e non c’è alcuna denuncia di residenti») fino alla valutazione complessiva del progetto sul Parco: «Oggi come oggi non parteciperei di nuovo al bando per la gestione. Ho fatto un investimento per 18 anni, con diverse attività in mente (treno, cinema e bar all’Ottagono, ndr) ma o io sono matto e non le ho fatte, o non me le hanno fatte fare». Secondo Boschi, infatti, il problema «non è il rumore della discoteca, ma il silenzio del Parco su cui calcolano i differenziali. Evidentemente mi hanno dato una discoteca in una zona dove non poteva stare. Se la discoteca crea un reale problema alla salute pubblica, sono il primo a dire che devo chiudere, ma non c’è denuncia di nessuno». Quanto ai lavori necessari, «quale Soprintendenza autorizzerebbe mai barriere antirumore alte più delle casse? E quando dovrei fare la relazione, a febbraio chiamando 1500 comparse per inscenare le condizioni di esercizio della discoteca? Il subordine prescritto alla riapertura secondo me è fantascienza e di soldi non ne butto più via. Il ricorso al Tar lo può fare anche un liquidatore».