Crac Cesi, il liquidatore congela i cantieri. "A fine mese licenzio i dirigenti"

Mercoledì incontro a Roma per spuntare la cassa straordinaria di Cristina Degliesposti

La protesta dei lavoratori della Cesi (foto Isolapress)

La protesta dei lavoratori della Cesi (foto Isolapress)

IOmola, 19 luglio 2014 - Sospensione di tutte le attività di Cesi. E’ la prima sentenza emessa dal liquidatore Antonio Gaiani a una settimana dal suo ingresso nella coop edile. Da ieri tutti i cantieri e le altre attività dell’impresa di via Sabbatani sono state ‘congelate’, in attesa di valutare caso per caso il da farsi. Al momento, infatti, nessun appalto o contratto è stato sciolto. Intanto arriva anche la data dell’incontro romano con il Ministro Poletti per parlare di ammortizzatori, mercoledì prossimo alle 11. La richiesta era stata inviata giovedì dal liquidatore Gaiani e ieri è arrivata già la fissazione dell’incontro a cui prenderanno parte il commissario e i sindacati. Nell’ipotesi venga concessa la cassa integrazione straordinaria, questa partirà in maniera retroattiva dalla data del decreto che ha nominato il curatore. 

Dalla prossima settimana, con l’ok ai 12 mesi di ammortizzatori, il liquidatore ha fatto sapere di voler richiamare al lavoro una trentina di dipendenti su 403. Si tratta soprattutto di amministrativi, necessari per continuare a titare le fila della gestione contabile della galassia Cesi e di qualche operaio. Il tutto seguendo «un criterio di rotazione nell’ambito della forza lavoro disponibile». Infatti, al di là del congelamento delle attività, Gaiani ha fatto sapere che sono escluse «le singole esigenze determinate dalla necessità di garantire presidio e sicurezza in ogni cantiere. Sarà in ogni caso garantita la massima collaborazione per la gestione di situazioni di emergenza per le quali il sottoscritto, coadiuvato da parte della struttura, ha già avviato tutte le attività propedeutiche».

Che fine faranno i cantieri? Dipende. Il curatore dovrà valutarli uno per uno perché, lo ha ammesso fin dal primo giorno, alcuni potrebbero essere vantaggiosi se portati a termine nell’ottica del pagamento dei fornitori. Altri, invece, un aggravio del debito (375 milioni di euro) che intaccherebbe ancor di più la ‘massa’ fallimentare. Quel che è certo è che i cantieri dove Cesi sta lavorando in associazione temporanea d’impresa — ad esempio la ristrutturazione del teatro Galli di Rimini con Coop costruzioni — potranno proseguire se i partner dell’imolese decideranno di andare avanti da soli, facendosi carico di tutto l’appalto, oneri e pagamenti compresi. Lo stesso potrebbe accadere in altri interventi residenziali nel Bolognese. Altro tema affrontato ieri dal liquidatore è stato quello dei dirigenti. Dalla ricognizione eseguita sono risultati 17 in tutto, di cui sei già licenziati dalla gestione Lama-Sutti. Gli altri 11 ancora formalmente in carico hanno concordato con Gaiani il loro licenziamento di massa a partire dal 31 luglio.

Seguiranno quindi i mesi di preavviso previsti dalla legge che possono arrivare in alcuni casi anche a nove. Intanto proseguono sottotraccia incontri per trovare soluzioni industriali alternative. I sindacati continuano a ribadire il loro no a situazioni in cui solo una parte dei lavoratori verrebbe presa in carico. Assumendoli tutti, anche se in eccedenza, si potrebbe lavorare successivamente alla mobilità di una parte di essi, garantendo così ulteriori mesi di ammortizzatori che altrimenti non avrebbero.

Cristina Degliesposti