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di MARCO SIGNORINI
— BORGO TOSSIGNANO —
SONO lo spauracchio degli agricoltori di buona parte della provincia e, il loro passaggio, spesso, assomiglia molto a quello di un’orda barbarica che fa tabula rasa di ciò che incontra sulla sua strada. Stiamo parlando dei cinghiali selvatici che hanno la forza di mettere in ginocchio delle intere aziende agricole. Come successe ormai 14 anni fa a due società imolesi, una di Borgo Tossignano, che subirono danni per molti milioni. Di lire, ovviamente, perché, ‘ai tempi’, l’euro ancora non c’era.
Ma, nei giorni scorsi, dopo una lunga trafila giudiziaria, è arrivata la parola fine con circa 57mila euro di risarcimento danni per le due società: 34mila per l’azienda agricola Pirrone Augusto e 23.300 per l’Agricola Bellavalle. A chiudere definitivamente la vicenda è stato il tribunale di Bologna dopo una lunga serie di ricorsi e controricorsi.
Tutto inizia infatti nel 1997 quando le aziende, dopo il ‘passaggio’ dei cinghiali, chiedono il risarcimento danni. E le cose si complicano subito perché non si riesce a capire chi deve pagare: la Provincia o l’Ambito territoriale di caccia?
Le aziende, per far valere i propri diritti, si affidano con convinzione all’avvocato Gianluigi Mazzoni. Si parte con la causa e il giudice adito rigetta l’eccezione di carenza di giurisdizione del giudice ordinario, esclude la legittimazione passiva dell’Ambito territoriale di caccia, ritiene quella della Provincia e dispone la prosecuzione del giudizio per l’accertamento e la quantificazione dei danni. Insomma, pare che a pagare debba essere Palazzo Malvezzi. Ma la Provincia non ci sta e presenta appello. Ed è proprio la Corte d’Appello, riformando la sentenza di primo grado, a decretare che le due aziende hanno diritto «soltanto a dei semplici indennizzi sulla spettanza dei quali non avrebbe potuto pronunciarsi il giudice ordinario». E, intanto, passano gli anni. Ma, quando sembra che a entrare in gioco debba essere addirittura il Tar, arriva la decisione della Cassazione a cui le due aziende avevano deciso di rivolgersi. Siamo nel maggio del 2009 quando, proprio la Suprema Corte, a sezione unite, dichiara «la giurisdizione del giudice ordinario e accoglie il ricorso». E così, pochi giorni fa, proprio il tribunale ordinario mette la parola fine condannando la Provincia a risarcire il danno provocato dai cinghiali.
Una sentenza ‘guida’ anche per gli altri agricoltori che hanno subito danni da parte dei cinghiali: ora sanno che a pagare deve essere la Provincia.
E, dopo la sentenza della Cassazione, si spera con tempi più brevi di quelli che hanno dovuto sopportare le due aziende imolesi.