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di LIDIA GOLINELLI
IL PD fa i conti dopo il voto di Castel del Rio che l’ha sbattuto all’opposizione. E ad alzare la voce è il ‘grande vecchio’ che ha scalato tutti i gradi della carriera a partire dal Pci: Bruno Solaroli, nei decenni segretario in viale Zappi, sindaco di Imola, parlamentare e capo di Gabinetto del governatore Errani. Ora si definisce «militante di base e coscienza critica».
CRITICA al punto da aver scatenato un duro intervento alla direzione del partito che l’altra sera ha dibattuto il dopo-Castel del Rio. E ha gioito per il risultato dei ballottaggi in altri lidi. Veniamo a Imola. «Qui si continua con la chiusura e l’incapacità di leggere i cambiamenti — spara il datato ‘militante —. Alle regionali non andò bene, ma si tentò di nascondere il risultato vendendolo come vittoria. E a Castel del Rio non si è capito che si doveva fare i conti con il raggruppamento che già esisteva attorno ad Alberto Baldazzi».
ERA IL VICESINDACO Pd ed è diventato il sindaco che ha battuto il suo ex partito. «Bisognava fare le primarie, e invece le candidature vengono sempre affidate ai gruppi dirigenti», detta le regole Solaroli. E contro i vertici mica è finita: «Il Pd è il vecchio Ds con un po’ di margheritini, bisogna aprirlo alla società. Perché prendono voti i grillini? Sono portatori di qualche verità; quello dei costi della politica, per esempio, è un problema reale». Parla come la base, il ‘grande vecchio’ che da queste parti è stato ‘il partito’. Ma non perde tempo a prendersela con Fabrizio Castellari: «Cambiare segretario non serve». Già, perché il nodo sta in quella «parte del gruppo dirigente» che come al solito non viene battezzata, ma staglia al vertice Massimo Marchignoli, pure lui segretario in viale Zappi, sindaco di Imola, parlamentare che però al partito conta ancora. Solaroli soffre forse di esclusione? Macché: «Ho 72 anni, ho fatto le battaglie e le ho vinte, è giusto un progressivo disimpegno». Si elegge però a ‘coscienza critica’ e al partito c’è chi lo critica: «Lui che parla di democrazia, mentre per decenni ha gestito le sorti di questa città». Non male il dibattito nella cittadella una volta bunker.
A CARRIERA coronata, Solaroli è serafico e pungente: «Nessuno dei miei incarichi attuali viene dal Pd. Sono presidente della Bacchilega, cooperativa di giornalisti indipendente dal partito. Ho accettato la presidenza di Anpi Imola perché mi è stato chiesto, impossibile sottrarsi. Sono nel cda della Fondazione Carisbo su richiesta delle associazioni bolognesi. Se il Pd ha fatto qualcosa, mi ha ostacolato».