{{IMG}} 2011-06-15
di CRISTINA DEGLIESPOSTI
CAP CREUS addio. Forse. La storica discoteca sulla Selice che fin dagli anni Settanta ha segnato le serate di più di una generazione di giovani imolesi, e non solo, ha chiuso i battenti. O almeno, questo è quello che sembra, perché sul futuro del locale il titolare, Maurizio Spoglianti, non vuole ancora mettere la parola fine. Atteniamoci allora ai fatti.
Dopo lultima stagione invernale 2010-2011, tra fine aprile e inizio maggio la società di Spoglianti invia regolare raccomandata con lettera di disdetta dellaffitto. I muri infatti appartengono al vicino ristorante La Volta, che li ha acquistati tre anni fa.
«SIAMO rientrati in possesso dei locali della discoteca spiega Francesco Montevecchi della Volta . Ma non abbiamo ancora deciso cosa farne. Vedremo». Un ristorante? Chissà. Alla domanda se cè una possibilità che il Cap Creus riapra i battenti in autunno, Montevecchi non ha molti dubbi: «Non qui, visto che è stata data la disdetta».
Difficile però riaprire il mitico Cap da unaltra parte visto che in oltre quarantanni di onorata carriera non ha mai cambiato casa. Da sempre di proprietà della famiglia Spoglianti, ad aprirlo fu il padre di Maurizio e allepoca si chiamava dancing Verde Luna, non una balera, ma sicuramente qualcosa di ben lontano da quello che sarebbe poi diventato. Solo verso la fine degli anni Settanta arriva la svolta rock che gli dà il taglio della discoteca vera e propria, in aperta concorrenza prima con lo Small di Red Ronnie a Pieve di Cento e poi con il Baccara di Lugo.
Nel corso dei decenni da Verde Luna la discoteca diventa il Vinavil, poi Thriller, poi Cap Creus e ancora Cinque Sensi e di nuovo Cap Creus, ma il puzzle è complesso e probabilmente per strada abbiamo perso qualche tassello. Tra i volti storici del Cap spuntano quelli dei dj che hanno costruito lanima del locale, basti pensare a Mozart (Claudio Rispoli) e Rubens (Luca Reggiani).
POI tre anni fa è arrivata la vendita del locale al ristorante, ma è rimasta la volontà di mantenervi la discoteca, ancora una volta sotto la gestione Spoglianti. Ma è proprio lui a svelare che la partita potrebbe non essere ancora chiusa e che la faccenda è andata ormai per vie legali. «La situazione non è conclusa, è però complessa e cè una trattativa in corso». Fa capire che se si trova un accordo la discoteca potrebbe anche riaprire, ma da Montevecchi arriva solo la conferma del contenzioso: «Dobbiamo chiudere certe problematiche». Da qui però a riaprire il Cap Creus la strada sembra essere piuttosto lunga.
di CRISTINA DEGLIESPOSTI
CAP CREUS addio. Forse. La storica discoteca sulla Selice che fin dagli anni Settanta ha segnato le serate di più di una generazione di giovani imolesi, e non solo, ha chiuso i battenti. O almeno, questo è quello che sembra, perché sul futuro del locale il titolare, Maurizio Spoglianti, non vuole ancora mettere la parola fine. Atteniamoci allora ai fatti.
Dopo lultima stagione invernale 2010-2011, tra fine aprile e inizio maggio la società di Spoglianti invia regolare raccomandata con lettera di disdetta dellaffitto. I muri infatti appartengono al vicino ristorante La Volta, che li ha acquistati tre anni fa.
«SIAMO rientrati in possesso dei locali della discoteca spiega Francesco Montevecchi della Volta . Ma non abbiamo ancora deciso cosa farne. Vedremo». Un ristorante? Chissà. Alla domanda se cè una possibilità che il Cap Creus riapra i battenti in autunno, Montevecchi non ha molti dubbi: «Non qui, visto che è stata data la disdetta».
Difficile però riaprire il mitico Cap da unaltra parte visto che in oltre quarantanni di onorata carriera non ha mai cambiato casa. Da sempre di proprietà della famiglia Spoglianti, ad aprirlo fu il padre di Maurizio e allepoca si chiamava dancing Verde Luna, non una balera, ma sicuramente qualcosa di ben lontano da quello che sarebbe poi diventato. Solo verso la fine degli anni Settanta arriva la svolta rock che gli dà il taglio della discoteca vera e propria, in aperta concorrenza prima con lo Small di Red Ronnie a Pieve di Cento e poi con il Baccara di Lugo.
Nel corso dei decenni da Verde Luna la discoteca diventa il Vinavil, poi Thriller, poi Cap Creus e ancora Cinque Sensi e di nuovo Cap Creus, ma il puzzle è complesso e probabilmente per strada abbiamo perso qualche tassello. Tra i volti storici del Cap spuntano quelli dei dj che hanno costruito lanima del locale, basti pensare a Mozart (Claudio Rispoli) e Rubens (Luca Reggiani).
POI tre anni fa è arrivata la vendita del locale al ristorante, ma è rimasta la volontà di mantenervi la discoteca, ancora una volta sotto la gestione Spoglianti. Ma è proprio lui a svelare che la partita potrebbe non essere ancora chiusa e che la faccenda è andata ormai per vie legali. «La situazione non è conclusa, è però complessa e cè una trattativa in corso». Fa capire che se si trova un accordo la discoteca potrebbe anche riaprire, ma da Montevecchi arriva solo la conferma del contenzioso: «Dobbiamo chiudere certe problematiche». Da qui però a riaprire il Cap Creus la strada sembra essere piuttosto lunga.
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