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IL PDL diviso rafforza le divisioni. Lo spunto è la ricetta proposta dal parlamentare Fabio Garagnani, dal consigliere regionale Galeazzo Bignami e dal consigliere comunale Alessandro Fiumi: il partito lanci le primarie e, sul piano locale, dialoghi con il mondo delle coop e delle associazioni. Insorge il coordinatore imolese Alessandro Mirri: «Il dialogo con ambienti storicamente di sinistra? A Imola siamo andati oltre quando i consiglieri Fiumi e Gini hanno votato con la maggioranza di centrosinistra contro il coordinatore e il partito». E’ il celebre inciucio delle nomine di competenza della minoranza consumato a fine febbraio (vicepresidenza del consiglio comunale e presidenza delle commissioni di garanzia) e Mirri rincara: «Fa sorridere che chi ha gettato nel pubblico ludibrio il partito, si presenti oggi come immacolato rottamatore. A che titolo? Con quale diritto e con quale faccia? E’ imbarazzante che chi è deferito ai probiviri, in attesa di un procedimento disciplinare dopo aver spaccato e deriso il Pdl imolese, voglia dettare la linea della novità. Fiumi e il suo fido scudiero Gini dicano piuttosto perché hanno svenduto il partito».
LE PRIMARIE? «Le auspico — dice Mirri —, se non altro per vedere se gli imolesi del Pdl giudicano questi comportamenti degni di un partito come il nostro. A Bignami e Garagnani dico: benvengano proposte, ma attenti ai compagni di viaggio. Non si può predicare bene e razzolare malissimo».
Non è meno arrabbiato Alessio Bertuzzi, coordinatore nella vallata del Santerno, reduce dalla batosta delle amministrative di Castel del Rio che hanno ‘cacciato’ il Pdl dal consiglio comunale. «Basta con gli slogan datati partoriti in riunioni elitarie — attacca —. Sono a favore delle primarie e non voglio che questo strumento si trasformi in mezzo di pubblicità». Bertuzzi ha un’idea precisa: «Le nostre primarie dovranno scegliere sia i candidati singoli (alla presidenza della Regione, della Provincia e i candidati sindaco), sia quelli al Parlamento che, con le liste bloccate, l’attuale sistema elettorale non permette di indicare con la preferenza. Dovranno essere aperte agli iscritti, ai tesserati, a chi può scegliere il candidato per votarlo poi al seggio. Una vera competizione, non come succede nel Pd. Il concetto di primarie, ci insegnano gli Usa, è lontano anni luce dal modello esportato malamente dal Pd. Sono disposto a portare avanti il progetto, ma non accetto che diventi pubblicità per pochi».
li. go.