{{IMG}} 2011-07-23
di CRISTINA DEGLIESPOSTI
FASCICOLI ovunque, fino all’antibagno con cause in attesa di essere discusse anche dal 1999. Così il Tribunale di Bologna ha deciso di mettere una ‘pezza’ all’emorragia giudiziale imolese e trovare un tirocinante in grado di aiutare l’unico giudice civile della sezione distaccata a smaltire i circa duemila processi pendenti. Ieri mattina il presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Scutellari, e quello della Fondazione Cassa di risparmio di Imola, Sergio Santi hanno firmato il protocollo d’intesa che impegna palazzo Sersanti a finanziare 15mila euro per una borsa di studio annuale per un giovane laureato in Giurisprudenza. A lui spetterà il difficile compito di aiutare il giudice Roberta Cinosuro, a palazzo Calderini da poco più di tre mesi, a cambiare il passo dei procedimenti civili. «Come tutti, anche la sezione distaccata soffre della crisi di personale nonostante la mole di lavoro imponente — ha detto Scutellari —. Serve una certa stabilità dei magistrati e non l’avvicendamento continuo che Imola ha vissuto negli ultimi quattro anni, ma è chiaro che con 1.983 cause civili (dato del 2010, ndr) non è possibile dare risposte celeri». Da qui l’idea di replicare anche sul Santerno quanto a Bologna ha già iniziato a dare frutti. «L’anno scorso la Regione ha finanziato 10 tirocinanti per il tribunale di Bologna e anche a Imola chi verrà dovrà occuparsi delle attività di un vero e proprio ufficio del processo — ha continuato —. Il Ministero non ha più risorse e dobbiamo trovare nelle istituzioni locali i sostegni per lanciare una sorta di patto per la giustizia dei singoli territori».
OBIETTIVI il giudice Cinosuro non è riuscita a fissarne perché dal suo arrivo a oggi non è ancora stato possibile prendere in mano tutti i fascicoli. «Il tirocinante mi dovrà aiutare proprio in questo, nel riuscire a dare a ogni controversia il percorso più veloce — ha spiegato —. Ogni anno ci sono 500-550 nuovi contenziosi civili e sarebbe già un risultato eccezionale se riuscissi a ‘chiudere’ un numero di cause pari alle entrate, ricorrendo alla mediazione obbligatoria». Il problema però sta nell’arretrato. «Sono circa duemila le cause pendenti, alcune dal 1999 — ha aggiunto —. Circa 800 necessitano proprio del ruolo decisorio e sono complesse, ma il ‘grosso’ sono quelle presentate tra il 2004 e il 2008». Sul fronte penale invece i dati sono più confortanti. Prima il giudice Sandro Pecorella poi l’attuale Massimiliano Cenni stanno tenendo standard ‘produttivi’ alti. Tra il 2009 e il 2010 per 585 nuovi casi in entrata ne sono stati chiusi 521 lasciandone pendenti 280, mentre per l’anno successivo si parla di 506 ingressi, 430 cause chiuse e 272 pendenti.