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di CRISTINA DEGLIESPOSTI
RALLENTARE i piani. A chiederlo è la Sicim, la società immobiliare del Comune che dall’anno scorso lavora alla vendita di una lista i beni pubblici inutilizzati. Lo scopo, visti i chiari di luna, è di liberarsi del patrimonio in eccesso del Comune e far cassa il più possibile, ma le cose nell’ultimo anno non sono andate proprio secondo quanto previsto. Quando l’estate scorsa l’assessore al patrimonio, Raffaella Salieri, presentò la neonata società guidata dall’amministratore delegato Valentino Pischedda, fu chiara. Presentò infatti una lista di immobili e terreni da ‘passare’ a Sicim (che li acquista all’85 per cento del loro valore di mercato) e da mettere in vendita in maniera scaglionata fino al 2013. Una ‘torta’ complessiva da 5 milioni 730mila euro che Sicim dovrebbe piazzare sul mercato a 8 milioni 595mila. Ma il mercato immobiliare di questi mesi è stato quel che è stato e il risultato, al momento, è che dei sette beni in vendita nel 2010 solo uno ha trovato un acquirente: l’ex Macello di via Selice. Tuttavia Sicim ha già acquisito tutto il primo ‘pacchetto’ per circa due milioni di euro. Il secondo lotto invece – previsto già quest’anno - dovrebbe prevedere il passaggio a Sicim degli ex Circoli e dell’ex Vaccheria oltre ad altri cinque beni, infine, a distanza di un altro anno ancora, anche il Beccherucci (magazzino degli scuolabus). «A meno che non ci siano degli interessi concreti per quelli già affidati — spiega Pischedda – non sarei propenso a passare al lotto successivo. Speriamo cambi qualcosa, ma oggi il mercato è asfittico e servono interessi particolari». Di manifestazioni di interesse infatti ce ne sarebbero state diverse per i vari beni che, nei mesi, sono stati messi in vendita tramite bando. E invece sono tutti andati deserti. «Per via Pasquala e via Colombarotto c’erano potenziali acquirenti, ma di fatto non si è ancora concluso nulla — continua —. In ogni caso, per convenzione, è chiaro che non possiamo andare sotto il prezzo di acquisto da parte di Sicim».
IL PERICOLO ‘svendita’ sembrerebbe quindi scongiurato, anche se l’acquisto da parte della società all’85 per cento del valore di mercato era già stato oggetto di critica. Attualmente sono aperti due bandi: il primo per la vendita combinata di un’area in via Gualandi a Zolino e delle ex scuole di San Prospero (entrambi erano già andati deserti al primo bando), e un secondo per gli immobili dell’ex comunità il Sorriso, con tanto di boschi e castagni. «A Zolino, a seguito di variante, una parte è diventata residenziale, mentre su San Prospero abbiamo acquisito una piccola pertinenza comunale che è stata messa in vendita anch’essa», conclude Pischedda in attesa dell’esito dei bandi.