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ERA GREMITA, ieri mattina, la sala consiliare del Municipio di Bagnacavallo. Del resto, l’evento in programma non era di quelli che si verificano tutti i giorni: la riconsegna al bagnacavallese Alberto Toni, oggi 96enne, del suo diario di guerra, smarrito 70 anni fa durante la campagna d’Africa e ritrovato circa un anno dopo, in Egitto, dal militare neozelandese Joseph Miller, vicino a un aereo abbattuto.
Una vicenda che ha commosso la comunità bagnacavallese, che ieri si è stretta intorno al concittadino reduce: ad assistere alla cerimonia c’erano tante persone con i capelli bianchi e i segni del tempo sul viso, che di certo ricordano i tempi drammatici della guerra. Poi c’era la stampa italiana e straniera: la troupe di Rai 3 e quella di Tvnz, la tv di stato neozelandese. Presenti inoltre i rappresentanti delle associazioni Unuci di Lugo (unione italiana ufficiali in congedo) e Combattenti e Reduci, oltre a tante autorità civili e militari. Al centro della scena c’era lui, Alberto Toni, e la famiglia Miller: Ron, figlio dell’ormai deceduto Joseph, insieme alla moglie Shirley e al figlio David, venuti appositamente dalla Nuova Zelanda per riconsegnare il diario. Accanto a loro, il sindaco di Bagnacavallo Laura Rossi, il viceprefetto Raffaele Sirico, il responsabile dei servizi culturali dell’Unione dei Comuni Giuseppe Masetti, la presidente dell’Università per Adulti di Lugo Rosalia Fantoni e Mariangela Rondinelli, coordinatrice del gruppo di ricerca storica della stessa Università, che ha organizzato la cerimonia insieme al Comune di Bagnacavallo.
«LA GIORNATA di oggi — ha detto il sindaco — è un momento importante e toccante, che segna l’esito di una storia iniziata nei tempi durissimi della guerra e che ora finisce in tempo di pace. Il messaggio che ne deriva è soprattutto per i giovani: la pace non va mai data per scontata ma va ricercata con impegno giorno dopo giorno». E quelli vissuti 70 anni fa dal caporalmaggiore Alberto Toni e dai tanti combattenti come lui non furono certo giorni belli: chiamato alle armi nel maggio 1940, Toni entrò nel 2° Reggimento Artiglieria Celere di Ferrara, che a seguito dell’entrata in guerra dell’Italia, il 17 gennaio 1941 venne inviato in Africa, nel deserto libico, esperienza dura che terminerà nel 1942 con la cattura da parte dell’esercito britannico e la conseguente prigionia. Fu proprio nei primi giorni di prigionia in Africa che Toni smarrì il suo diario. «E’ stato davvero miracoloso che solo dal mio nome, scritto all’inizio di questo piccolo diario, si sia riusciti a trovarmi», ha detto Toni stringendo tra le mani quella che oggi appare una minuscola agendina. Un libretto che per il reduce bagnacavallese fu spesso l’unica compagnia, su cui scriveva alla luce della luna, su cui ringraziò il Signore per essere sopravvissuto a una cannonata che l’aveva quasi preso in pieno e si augurò di poter tornare a mangiare cappelletti e lasagne con i suoi amici nella sua terra. E su cui ricorre di continuo una parola: «Tornerò».
Lorenza Montanari