{{IMG}} 2011-10-27
di VALERIO BARONCINI
LUI, RIANIMATORE, crolla a terra per un infarto devastante. Ieri mattina, al SantOrsola. Una decina di colleghi, nel cuore del Policlinico, davanti a lui.
Destino beffardo: Leonardo Pomponio, di lì a poco, avrebbe dovuto fare da tutor a un corso sulla sicurezza. Destino beffardo: quello strappo improvviso del cuore non si ricuce. Lhanno visto cadere a terra, ad appena 58 anni, e non sè più rialzato. Destino beffardo, davvero: per una volta sola, rianimato tra i rianimatori; ma non è sopravvissuto. Gli amici lhanno subito assistito, lambulanza era dietro il portone. Le manovre, tutte eseguite. Le tecniche utilizzate alla perfezione, sostanzialmente allistante. «Ma ha perso conoscenza subito e non cè stato nulla da fare».
HA LA VOCE spezzata dal dolore Lorenza Ridolfi. E la numero uno del Centro riferimento trapianti dellEmilia-Romagna: Pomponio lavorava con lei (era dirigente medico allazienda ospedaliero-universitaria dopo quasi trentanni passati allAusl) e proprio a lei tocca ora il compito più difficile. «Labbiamo rianimato subito, in meno di trenta minuti era in emodinamica, è stato fatto tutto il possibile, ma non siamo riusciti a salvarlo», dice. Il ricordo si fonde nella tragedia: «Linfarto è stato tremendo, non ha lasciato scampo, è assurdo e dolorosissimo spiega . E poi Leonardo era un uomo forte, ancora giovane, in salute. Era un amante del mare, faceva sub. Siamo tutti vicini alla moglie e al figlio». Viveva a Pianoro, il dottor Pomponio: migliaia di pazienti sono passati fra le sue mani al Bellaria, dovè stato per tanti anni. AllAusl dal 1980 al 2008. Tre anni fa il salto, al Policlinico: «Era il coordinatore delle donazioni e per questo arrivò fra noi è straziato il professor Gerardo Martinelli, per una vita alla guida della Rianimazione del SantOrsola . Era un uomo pulito e impegnato sul lavoro, un medico validissimo, ma soprattutto un grande marito e padre. Ci stringiamo a Lorenza e Giovanni». Domani camera ardente aperta dalle 12 alle 14 allospedale Malpighi, poi messa alle 14.30 nella chiesa di San Salvatore a Botteghino di Zocca a Pianoro.
«LA MORTE ha rapito Leonardo ai suoi cari, lha rapito anche a noi, suoi amici della Clinica Mobile dice sul filo delle lacrime il dottor Claudio Costa, papà della struttura made in Imola che segue le emergenze sulle piste dei campioni . Leonardo ha lavorato con noi per molti anni: la morte ha portato via solo il suo corpo, perché il suo spirito e il suo talento sono rimasti con noi e ci accompagneranno sempre come prima, nelle gare e nella corsa della vita».
di VALERIO BARONCINI
LUI, RIANIMATORE, crolla a terra per un infarto devastante. Ieri mattina, al SantOrsola. Una decina di colleghi, nel cuore del Policlinico, davanti a lui.
Destino beffardo: Leonardo Pomponio, di lì a poco, avrebbe dovuto fare da tutor a un corso sulla sicurezza. Destino beffardo: quello strappo improvviso del cuore non si ricuce. Lhanno visto cadere a terra, ad appena 58 anni, e non sè più rialzato. Destino beffardo, davvero: per una volta sola, rianimato tra i rianimatori; ma non è sopravvissuto. Gli amici lhanno subito assistito, lambulanza era dietro il portone. Le manovre, tutte eseguite. Le tecniche utilizzate alla perfezione, sostanzialmente allistante. «Ma ha perso conoscenza subito e non cè stato nulla da fare».
HA LA VOCE spezzata dal dolore Lorenza Ridolfi. E la numero uno del Centro riferimento trapianti dellEmilia-Romagna: Pomponio lavorava con lei (era dirigente medico allazienda ospedaliero-universitaria dopo quasi trentanni passati allAusl) e proprio a lei tocca ora il compito più difficile. «Labbiamo rianimato subito, in meno di trenta minuti era in emodinamica, è stato fatto tutto il possibile, ma non siamo riusciti a salvarlo», dice. Il ricordo si fonde nella tragedia: «Linfarto è stato tremendo, non ha lasciato scampo, è assurdo e dolorosissimo spiega . E poi Leonardo era un uomo forte, ancora giovane, in salute. Era un amante del mare, faceva sub. Siamo tutti vicini alla moglie e al figlio». Viveva a Pianoro, il dottor Pomponio: migliaia di pazienti sono passati fra le sue mani al Bellaria, dovè stato per tanti anni. AllAusl dal 1980 al 2008. Tre anni fa il salto, al Policlinico: «Era il coordinatore delle donazioni e per questo arrivò fra noi è straziato il professor Gerardo Martinelli, per una vita alla guida della Rianimazione del SantOrsola . Era un uomo pulito e impegnato sul lavoro, un medico validissimo, ma soprattutto un grande marito e padre. Ci stringiamo a Lorenza e Giovanni». Domani camera ardente aperta dalle 12 alle 14 allospedale Malpighi, poi messa alle 14.30 nella chiesa di San Salvatore a Botteghino di Zocca a Pianoro.
«LA MORTE ha rapito Leonardo ai suoi cari, lha rapito anche a noi, suoi amici della Clinica Mobile dice sul filo delle lacrime il dottor Claudio Costa, papà della struttura made in Imola che segue le emergenze sulle piste dei campioni . Leonardo ha lavorato con noi per molti anni: la morte ha portato via solo il suo corpo, perché il suo spirito e il suo talento sono rimasti con noi e ci accompagneranno sempre come prima, nelle gare e nella corsa della vita».
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