{{IMG}} 2012-06-19
di LIDIA GOLINELLI
I VIGILANTES non presidieranno il pronto soccorso, ormai è chiaro. Ma lAusl presenta una ricetta sicurezza alternativa: nuovi corsi per gli operatori a rischio (compresa lautodifesa); rimodulazione dei turni per garantire sempre la presenza di uomo; potenziamento della videosorveglianza. Se nè parlato ieri nellincontro con i sindacati caduto a puntino dopo laggressione di cui ha fatto le spese uninfermiera del triage: 21 giorni di prognosi e un dente spaccato dal pugno di una paziente arrivata in ambulanza. «E una persona seguita dal dipartimento di Salute mentale dove sarebbe dovuta essere accompagnata ammette il direttore amministrativo Massimo Mingozzi .
Perfezioneremo quindi i protocolli per la gestione di questi casi».
MA gli episodi registrati questanno (cinque contro lo zero del 2011) hanno avuto protagonisti trasversali. Alla fine lAusl deve tenerne conto, anche sullonda della raccolta di firme fra gli operatori delle emergenze. Che sono andati a lezione per imparare a gestire i conflitti e ora si vedono offrire corsi di training autogeno, tecniche di psichiatria e anche di autodifesa. Infermieri impegnatissimi. «Non si tratta solo di corsi», mette le mani avanti Mingozzi. E sfodera le misure eleborate assieme ai sindacati. Con la revisione dei turni le notti in pronto soccorso vedranno una presenza mista uomini-donne, in omaggio alla cartolina che affida al maschio la difesa del sesso debole. Mingozzi sorride e precisa: «Lobiettivo è la deterrenza. Sempre a questo scopo, lequipe del 118 in genere maschile (infermiere e autista) stazionerà al triage e non nellarea riservata. Il paziente violento sarà così controllato più facilmente in attesa dellarrivo delle forze dellordine». In ospedale il posto di polizia chiude alla 20, ma segnala Mingozzi «non sempre la presenza dellagente è garantita fino a quellora, immagino per carenze di organico, verificheremo quindi la possibilità di migliorare il servizio».
SODDISFATTI i sindacati? «Quattro mesi fa siamo stati noi a segnalare lemergenza sicurezza, prendiamo atto che lAusl ne ammette lesistenza», dice il segretario di Uil Fpl, Giuseppe Rago. Che ha inserito nel pacchetto la voce videosorveglianza. La direzione recepisce e promette: «Rafforzeremo la presenza delle telecamere e dei monitor che ora non coprono tutti i settori del pronto soccorso; per una persona malintenzionata è un deterrente vedere la propria immagine sullo schermo».
di LIDIA GOLINELLI
I VIGILANTES non presidieranno il pronto soccorso, ormai è chiaro. Ma lAusl presenta una ricetta sicurezza alternativa: nuovi corsi per gli operatori a rischio (compresa lautodifesa); rimodulazione dei turni per garantire sempre la presenza di uomo; potenziamento della videosorveglianza. Se nè parlato ieri nellincontro con i sindacati caduto a puntino dopo laggressione di cui ha fatto le spese uninfermiera del triage: 21 giorni di prognosi e un dente spaccato dal pugno di una paziente arrivata in ambulanza. «E una persona seguita dal dipartimento di Salute mentale dove sarebbe dovuta essere accompagnata ammette il direttore amministrativo Massimo Mingozzi .
Perfezioneremo quindi i protocolli per la gestione di questi casi».
MA gli episodi registrati questanno (cinque contro lo zero del 2011) hanno avuto protagonisti trasversali. Alla fine lAusl deve tenerne conto, anche sullonda della raccolta di firme fra gli operatori delle emergenze. Che sono andati a lezione per imparare a gestire i conflitti e ora si vedono offrire corsi di training autogeno, tecniche di psichiatria e anche di autodifesa. Infermieri impegnatissimi. «Non si tratta solo di corsi», mette le mani avanti Mingozzi. E sfodera le misure eleborate assieme ai sindacati. Con la revisione dei turni le notti in pronto soccorso vedranno una presenza mista uomini-donne, in omaggio alla cartolina che affida al maschio la difesa del sesso debole. Mingozzi sorride e precisa: «Lobiettivo è la deterrenza. Sempre a questo scopo, lequipe del 118 in genere maschile (infermiere e autista) stazionerà al triage e non nellarea riservata. Il paziente violento sarà così controllato più facilmente in attesa dellarrivo delle forze dellordine». In ospedale il posto di polizia chiude alla 20, ma segnala Mingozzi «non sempre la presenza dellagente è garantita fino a quellora, immagino per carenze di organico, verificheremo quindi la possibilità di migliorare il servizio».
SODDISFATTI i sindacati? «Quattro mesi fa siamo stati noi a segnalare lemergenza sicurezza, prendiamo atto che lAusl ne ammette lesistenza», dice il segretario di Uil Fpl, Giuseppe Rago. Che ha inserito nel pacchetto la voce videosorveglianza. La direzione recepisce e promette: «Rafforzeremo la presenza delle telecamere e dei monitor che ora non coprono tutti i settori del pronto soccorso; per una persona malintenzionata è un deterrente vedere la propria immagine sullo schermo».
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