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di LIDIA GOLINELLI
SIAMO a una sorta di guerra di religione. Cattolici (un gruppo) contro ortodossi: gli ortodossi rumeni che hanno messo gli occhi sulla cappella dell’ospedale vecchio dove non si celebrano più messe cattoliche. Apriti cielo. Quella chiesa è stata per cinquant’anni la ‘casa’ di padre Luigi Zoffoli cappellano del Santa Maria della Scaletta, e chi lo venera tempesta di telefonate la nostra redazione: «Siamo assolutamente contrari alla proposta di cedere questa cappella».
NON È guerra di religione, ribattono. E’ una missione: «Preservare un luogo simbolo del cattolicesimo imolese». Sentimento rispettabile ma non esattamente ecumenico. Magari la carità di padre Luigi avrebbe aperto le porte anche ai cristiani di un’altra confessione. Insorge Francesco Grandi, presidente dell’associazione Figli spirituali e amici di padre Luigi, «No, non l’avrebbe fatto; lui apriva le porte alle persone». Appunto. Grandi si infervora: «L’ecumenismo non c’entra, tanto che gli ortodossi russi hanno la chiesa in piazza dell’Ulivo. Anche i rumeni devono avere una chiesa, ma la cappella dell’ospedale ha un significato preciso: lì, con padre Luigi, hanno pregato tanti fedeli e noi vogliamo preservare un pezzo di storia della città, un luogo simbolo».
CONCLUSIONE: quello non è luogo per ortodossi. Grandi non è così brutale. E annuncia: «I fratelli rumeni devono sapere che la nostra non è mancanza di rispetto; lo dico con tutta l’anima e prometto che mi impegnerò con loro per trovare il luogo di culto di cui hanno diritto. La cappella dell’ospedale vecchio è fra l’altro piccola per ospitare centinaia di persone, penso invece a quella dell’ospedale nuovo poco utilizzata. Penso anche alla chiesa dell’ex manicomio Osservanza, ma il progetto è di trasformarla in centro sociale». Sull’ormai impraticabile idea Osservanza, il consigliere Andrea Zucchini (gruppo Misto) si dice «d’accordo con Grandi». E fra i messaggi arrivati al Carlino c’è quello di una signora che «per accontentare i rumeni» propone la chiesina della Coraglia.
L’ASSOCIAZIONE Figli spirituali e amici di padre Luigi ha una sessantina di iscritti: tutti premettono «con tutto il rispetto per i rumeni», ma tutti concludono alla stessa maniera. Fra le telefonate anche quella di un signore che esordisce: «So che vogliono dare la chiesa ai musulmani». Ha diligentemente chiamato, ma nella foga ha sbagliato religione.