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di ENRICO AGNESSI
FLESSIBILITÀ massima, disponibilità (anche se a volte è solo di facciata) e soprattutto grande consapevolezza rispetto alla situazione del mercato. È questo il ritratto dei giovani imolesi in cerca di un impiego che viene fuori interpellando le agenzie di lavoro della città.
Quelle in cui, secondo lo studio presentato nei giorni scorsi da Primola (e che ha certificato come la disoccupazione giovanile nel circondario si attesti poco sopra il 17%), si rivolge però solo un ragazzo su dieci. Quello che per la ricerca non si affida soltanto a Internet, al passaparola o alle conoscenze.
Alla Openjobmetis di via D’Azeglio la percentuale di giovani under 30 che si presenta ogni giorno si aggira attorno al 40%, di cui oltre il 70% di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Come spiegano dalla filiale, si tratta di candidati in possesso di un diploma o di una qualifica professionale alla ricerca del primo impiego, anche se non mancano profili con alle spalle una o più esperienze lavorative, solitamente di breve durata data la fascia di età considerata.
La maggior parte dei curricula che arrivano proviene però dal canale web, in risposta agli annunci pubblicati o sottoforma di candidature spontanee.

«UNA PERCENTUALE minore, ma comunque significativa di candidati si presenta direttamente in filiale — spiega Erika Vitali —. In media una decina al giorno. I giovani neodiplomati cercano impieghi che siano il più possibile in linea con il percorso di studi effettuato, ma dimostrano comunque massima disponibilità. È difficile oggi che mettano paletti su orari o festività».

SEMPRE da Openjobmetis, arriva anche qualche numero relativo alle assunzioni sul territorio di Imola del primo semestre 2012. Nella fascia under 30, troviamo un’età media di 23 anni e una prevalenza di neodiplomati (circa il 65%). Dato interessante: la maggioranza di assunzioni in rosa, che nei primi mesi dell’anno hanno raggiunto il 70%, prevalentemente nel settore impiegatizio e nel commercio. Un centinaio di curricula ogni giorno arrivano anche da Start People. «Quanti da parte dei giovani? Una valanga — racconta Sidonia Proni —. Più dello scorso anno. Molti sono disponibili a trasferirsi, pur di lavorare, anche se forse non tutti sono pronti a fare dei sacrifici».

SCENARI simili anche da Eurointerim, dove arrivano una cinquantina di candidature ogni settimana. «I giovani? Più della metà — rivela Federica Fiorentini —. E dimostrano tutti disponibilità, visto che il mercato in questo momento è quello che è».

LA VEDE così anche che Valentina Ferraro di Men at Work, che però mette in chiaro una cosa: «Alcuni ragazzi dicono che cercano di tutto, però poi non vogliono svolgere mansioni da operai. Il vero problema? La specializzazione. Con molte scuole dove non è ancora obbligatorio lo stage. Ci sono periti meccanici che non sanno come sia un reparto di produzione». Ecco perché, quella di un buon istituto tecnico, sembra essere ancora una scelta premiante. Come nel caso di Stefano Tassinari, neodiplomato all’Alberghetti, beccato fuori da un’agenzia di lavoro: «Ho portato il curriculum, ma sono comunque intenzionato a proseguire gli studi. Intanto però mi piacerebbe trovare qualcosa per l’estate. Anche se, già dopo una settimana dal diploma, ho avuto richieste da Sacmi e altre aziende. Sì, quella dell’istituto tecnico è una scelta che consiglio».