{{IMG}} 2012-09-09
DOZZA
«NON NE posso più. Sono in sedia a rotelle per colpa dellAusl di Imola, perché non mi permette di curarmi a dovere». La dozzese 42enne Barbara Ronchi, ha raccontato il suo dramma, in una conferenza organizzata grazie allaiuto del Pdl di Dozza, della vallata del Santerno e di Imola. «Circa cinque anni fa, senza alcun preavviso, lAusl di Imola non mi ha più convocato per le terapie necessarie a farmi camminare dice la donna e da allora sono costretta in carrozzina. Sono affetta da paraparesi spastica infantile agli arti inferiori e la patologia mi permetterebbe di camminare, seppur con lausilio di stampelle, però devo mantenere tonica la muscolatura attraverso cicli periodici di fisioterapia specializzata, che da anni mi vengono negati». E necessario fare un passo indietro: «Prima facevo tre cicli da dieci sedute allanno racconta Ronchi , a Montecatone. Così, nei mesi di stacco da una terapia allaltra, potevo tenermi in forma anche a casa in maniera piuttosto autonoma, con esercizi specifici». Poi cinque anni fa, la vita di Barbara è cambiata. «Nonostante le mie pressanti richieste afferma , lAusl non mi ha più prescritto le terapie: mi è stato detto che ci sono persone che stanno peggio di me. Mi è stata riconosciuta uninvalidità al 100%, quindi non ho capito cosa volessero intendere». Da anni Ronchi è in sedia a rotelle. Il caso non finisce qui, perché la dozzese denuncia anche la grande difficoltà nellutilizzare in maniera sicura il mezzo della sua vita: la carrozzella, ora non in perfette condizioni. «Siamo stufi di vedere dirigenti dellAusl che fanno i burocrati imprenditori invece dei medici affermano in coro gli esponenti del Pdl presenti alla conferenza . La sanità è un diritto di tutti, a prescindere dalla posizione politica e dal costo del servizio. Porteremo la problematica in Regione e a Roma». LAusl, interpellata, si è riservata di rispondere una volta approfondito il caso sollevato dalla signora.
Leonardo Andreaus
DOZZA
«NON NE posso più. Sono in sedia a rotelle per colpa dellAusl di Imola, perché non mi permette di curarmi a dovere». La dozzese 42enne Barbara Ronchi, ha raccontato il suo dramma, in una conferenza organizzata grazie allaiuto del Pdl di Dozza, della vallata del Santerno e di Imola. «Circa cinque anni fa, senza alcun preavviso, lAusl di Imola non mi ha più convocato per le terapie necessarie a farmi camminare dice la donna e da allora sono costretta in carrozzina. Sono affetta da paraparesi spastica infantile agli arti inferiori e la patologia mi permetterebbe di camminare, seppur con lausilio di stampelle, però devo mantenere tonica la muscolatura attraverso cicli periodici di fisioterapia specializzata, che da anni mi vengono negati». E necessario fare un passo indietro: «Prima facevo tre cicli da dieci sedute allanno racconta Ronchi , a Montecatone. Così, nei mesi di stacco da una terapia allaltra, potevo tenermi in forma anche a casa in maniera piuttosto autonoma, con esercizi specifici». Poi cinque anni fa, la vita di Barbara è cambiata. «Nonostante le mie pressanti richieste afferma , lAusl non mi ha più prescritto le terapie: mi è stato detto che ci sono persone che stanno peggio di me. Mi è stata riconosciuta uninvalidità al 100%, quindi non ho capito cosa volessero intendere». Da anni Ronchi è in sedia a rotelle. Il caso non finisce qui, perché la dozzese denuncia anche la grande difficoltà nellutilizzare in maniera sicura il mezzo della sua vita: la carrozzella, ora non in perfette condizioni. «Siamo stufi di vedere dirigenti dellAusl che fanno i burocrati imprenditori invece dei medici affermano in coro gli esponenti del Pdl presenti alla conferenza . La sanità è un diritto di tutti, a prescindere dalla posizione politica e dal costo del servizio. Porteremo la problematica in Regione e a Roma». LAusl, interpellata, si è riservata di rispondere una volta approfondito il caso sollevato dalla signora.
Leonardo Andreaus
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