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di CRISTINA DEGLIESPOSTI
«IL PDL, in nessuna sua sede ufficiale ha mai deciso che i circhi debbano essere senza animali». Li mette in abbondanza, i puntini sulle i, il senatore Carlo Giovanardi. Ieri mattina si è presentato sotto il tendone del Circo Martini al centro della querelle con il Comune dopo la morte della giraffa Alexandre. E’ sceso in campo a favore del circo, rivendicando il diritto del titolare, Aldo Martini, a fare i suoi numeri con gli animali bloccati invece dall’ordinanza del sindaco. In contemporanea però la sua collega di partito, Michela Brambilla, si schierava con il primo cittadino. «Le idee della Brambilla sono della Brambilla. Esiste un Parlamento che è l’unico incaricato di rimettere mano alla legge nazionale sui circhi — ha detto — . Oppure ognuno degli ottomila sindaci pensa di poter fare quello che vuole? Cosa fa il prefetto di Bologna per far rispettare le leggi dello Stato? Non ci credo che proprio il prefetto abbia avallato un’ordinanza simile. Di questo passo non ci sarà più neanche il Palio di Siena». Giovanardi va giù duro, supportato dai quadri locali del partito: il coordinatore cittadino Alessandro Mirri, i consiglieri Pdl e il coordinatore provinciale Alberto Vecchi. «La Brambilla avrebbe fatto bene a informarsi dai segretari provinciali su cosa era successo prima di arrivare. Parliamo di ordinanze elettorali che si fanno troppo in fretta – ha aggiunto proprio Vecchi —. La mostra canina alla casa protetta è comunque uno spettacolo». Ma il problema ora è un altro.
ALDO Martini, 31 anni, proviene da una famiglia di circensi e si è appena messo in proprio (oltre 500mila euro di investimento) lanciando il suo circo. Il 4 ottobre doveva essere il debutto nazionale. «Il circo non è direttamente proprietario di animali, ma stringe contratti con chi li ha come me — racconta Gaetano Montico, presidente dell’Associazione italiana detentori di animali in cattività —. Salvo la giraffa, che era l’unico animale acquistato dal circo. Mantengo leoni da 30 anni, rispettando tutte le leggi dello Stato e vengo privato del diritto al lavoro? Porteremo la cosa a Bruxelles, perché in Europa non si sono mai visti divieti simili. Ho inviato una lettera al Comune e alla Corte dei Conti. Faremo una class action a livello nazionale, autotassandoci tra circhi». Con i felini di Montico (leoni, tigri e un puma canadese) dovevano arrivare anche gli elefanti di Mario D’Amico, i cavalli e i cammelli di Niemen, squali e rettili sempre di Niemen e i cani di Garganovas dall’Ungheria. Gli artisti, visto il debutto dello spettacolo, si erano messi insieme rinunciando al cachet e accettando una percentuale sugli incassi. «Chiederemo i danni per il mancato guadagno e per l’immagine — aggiunge Montico — . E se mi va i leoni li porto lo stesso a Imola visto che l’ordinanza riguarda il circo (titolare dell’autorizzazione agli spettacoli) e non Montico. Non mi faccio dare lezioni di morali dalla Brambilla che commercializza prodotti ittici e mangimi per i cani».