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di LIDIA GOLINELLI
MACCHE’ registrazione nelle sedi di partito. Gli elettori renziani alle primarie del centrosinistra sono invitati a registrarsi all’ultimo momento: il 25 novembre, poco prima del voto, al banco dell’ufficio elettorale allestito accanto al seggio. Le due facce della disfida. Se dai vertici bersaniani di viale Zappi arrivano i dati delle registrazioni in casa madre (1.300 fino all’altro ieri in tutto il circondario) i comitati per Matteo Renzi smorzano e rimandano l’operazione che, se eseguita al partito, rischia di spaventare gli elettori non proprio Pd doc.
«LA POSSIBILITÀ di registrarsi al seggio è fondamentale per i renziani — dice Raffaello De Brasi, Pd alle politiche e civico di Attiva alle amministrative —. Molti nostri elettori hanno difficoltà a mettere piede in viale Zappi per cui il messaggio è questo: andate a votare senza preoccupazioni e registratevi all’ufficio elettorale del seggio».
Una maniera per garantire discrezione ma anche code. Pazienza. I più tecnologici possono sempre scegliere la registrazione on line.
Quattro i comitati per Renzi, tutti impegnati a incentivare il voto del 25 disincentivando il passaggio preliminare al partito.
«IO MI REGISTRERÒ in viale Zappi, nessun problema — dice Gabriele Zaniboni, renziano a chiara targa Pd —, ma fra i nostri simpatizzanti tanti sono al di fuori del Pd; la stragrande maggioranza si presenterà direttamente al seggio». Le prime 1.300 registrazioni non misurano quindi la portata del popolo delle primarie. Previsioni? «Dalla gente arrivano segnali di insofferenza, di grande sfiducia nei partiti — registra Zaniboni —. In questi ultimi giorni la mobilitazione sarà al massimo, soprattutto con il passaparola, per conquistare anche le persone più sfiduciate».
SEGNALI di ottimismo arrivano invece da De Brasi, che spera per Renzi un consenso trasversale: «Ho incontrato un socialista e mi ha detto: ‘Non pensiate che tutti i socialisti votino Bersani’». A Imola solo l’ingenua Biancaneve potrebbe prevedere un risultato rivoluzionario. De Brasi però azzarda e culla un pensierino: «Se Renzi arrivasse al 35-40 per cento sarebbe una bella rivoluzione per un partito che sta mostrando i muscoli e schiera con Bersani il 99,9 per cento del suo apparato».