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NON SARÀ stato l’unico bolognese ad andare in Afghanistan in tempi di guerra ma Andrea Filippini, infermiere di 43 anni, ha fatto tesoro dell’esperienza più di chiunque altro. Di quei sei mesi trascorsi a fare il suo mestiere per una Ong a Lashkar Gah ha raccontato prima in un documentario rimasto inedito e poi nel libro ‘Afagnistan, Agfanistan, Afganistan’. Una sorta di diario di bordo, uno sfogo personale in cui ha scritto le crudeltà di cui era spettatore ogni giorno. «Sono un viaggiatore che scrive sempre un diario quando si muove — racconta Andrea —. Inizialmente anche questo non era nato con l’intenzione di pubblicarlo. Ma poi sono andato oltre, l’esperienza della guerra cambia le persone». Lo stile è quello di un dialogo teatrale suddiviso in giornate a partire dalla sera prima della partenza e si adatta perciò particolarmente alla messa in scena su un palcoscenico, progetto a cui l’infermiere-autore sta lavorando. Non c’è spazio solo per le storie di trincea, nel libro Andrea racconta anche il vissuto con i compagni di avventura, in quella che è stata una sorta di esperienza da ‘Grande Fratello’, perché «per sei mesi sei obbligato a stare chiuso tra casa e ospedale, non puoi uscire per la guerra e stai con le stesse persone mattino pomeriggio e sera». Il diario è edito dal collettivo culturale ‘Across Alive’. A Bologna si può trovare nella bottega ExAequo di via Altabella, nella libreria Patron di Piazza Verdi, nella Ibis di via Castiglione, nell’Ulisse di via degli Orti e sul sito ‘Acrossalive.com’.
Maddalena Oculi