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di ENRICO AGNESSI
L’INDENNITÀ è la stessa: 11.250 euro annui, poco più di 800 euro a seduta. Ma per portarsela a casa, i componenti del Consiglio di amministrazione di Con.Ami hanno dovuto sudare, nel 2012, quindici minuti in più a testa rispetto a dodici mesi prima, e per questo motivo il loro compenso è sceso dai 548,78 euro l’ora del 2011 ai 402 dello scorso anno. Anche nel 2012 il Cda del Consorzio si è riunito 14 volte: sedute da 120 minuti l’una (nel 2011 erano durate invece circa un’ora e 45 minuti) per 28 ore totali di attività, contro le 20 ore e 30 minuti di dodici mesi prima. Accredito finale sul conto corrente dei suoi membri: 11.250 euro, appunto. Questo per i componenti del Consiglio di amministrazione (nove in tutto), mentre al presidente, il dimissionario Daniele Montroni, oggi deputato del Pd, sono andati 22.500 euro.
COME tiene però a precisare il direttore generale di Con.Ami, Loris Lorenzi, «il numero delle sedute e la mera durata delle riunioni restituiscono un quadro parziale dell’insieme delle attività nelle quali sono coinvolti i componenti degli organi statutari». Inoltre, ricorda sempre il dg, la durata degli incontri «non tiene conto di tutta l’attività svolta dai consiglieri per gli incontri informali e di approfondimento che vengono effettuati per l’analisi preliminare delle problematiche che dovranno essere affrontate nelle sedute ufficiali di Consiglio». Un’attività, questa, che «impegna i singoli consiglieri per diverse ore alla settimana», assicura Lorenzi.
NON LA VEDE COSÌ Giuseppe Palazzolo, (lista civica ‘Per Imola’) che mette a (impietoso) confronto le indennità percepite dai membri del Cda di Con.Ami con quelle di chi — come lui — ricopre da anni la carica di consigliere comunale. Un’attività per la quale — in un normale mandato come quello che si sta per chiudere — si intascano alla fine circa 11 euro l’ora.
«MA IO SONO FELICE di guadagnare poco perché lo faccio per passione — commenta Palazzolo —. In 113 sedute tra Commissioni e Consigli comunali, con una durata di due ore e mezzo l’una di media, ho percepito in tutto 3.200 euro». Niente a che vedere, insomma, con le cifre della macchina Con.Ami, che costa ogni anno 128.700 euro. «Bisogna togliere l’indennità da 16.200 euro a Daniele Manca, sindaco e presidente del Consorzio — attacca Palazzolo —. Poi c’è da ridurre il Cda a tre membri e abbattere così i costi di 40/50 mila euro. Infine, revocare l’incarico a un direttore generale che, pur essendo in pensione, percepisce un compenso ed è nel contempo anche amministratore unico di BeniComuni e presidente di Sfera. Il metodo imolese viene applicato anche dal Pdl nei territori nei quali governa e non c’è bisogno che venga Grillo in piazza per dire che ci vuole trasparenza e riduzione dei costi. Io sono anni che lo faccio».