2014-03-07
di MATTEO RADOGNA
PER FAR FRONTE ai 5milioni di euro di danni in due mesi e mezzo di maltempo, Regione, Comuni e Servizio tecnico bacino Reno chiederanno lo stato di emergenza al governo. Intanto, il livello dei fiumi si abbassa e rientra l’emergenza.
Al torrente Quaderna di Medicina dove si era rotto l’argine, ieri mattina, il Servizio tecnico bacino Reno ha ‘rattoppato’ la falla di dieci metri. L’inserimento di massi ciclopici, tuttavia, non mette al sicuro del tutto la frazione Fiorentina. L’argine è ancora inzuppato di acqua e, quindi, sarà fondamentale che nelle prossime ore non si verifichino altre precipitazioni. Per quanto riguarda i danni, soltanto con l’ultimo intervento a Medicina si parla di un investimento di almeno 50mila euro. Senza contare che la cooperativa dei lavoratori della terra della frazione Fiorentina è stata completamente allagata. Il computo dei danni non è ancora definitivo, ma la cifra totale probabilmente supererà i 100mila euro.

LA COOPERATIVA, infatti, ha subito l’allagamento di 80 ettari di terra coltivati a grano. Ai danni alle culture, inoltre, si aggiungono quelli alle macchine agricole. Il sindaco di Medicina, Onelio Rambaldi, sottolinea l’importanza della prevenzione: «Invece di investire i soldi nelle emergenze, bisognerebbe stanziare prima certe somme per evitare che si arrivi ad uno stato di allerta. Abbiamo, ad esempio, il Quaderna che è pieno di rattoppi e le situazioni di allarme nei prossimi anni sono destinate ad aumentare».
La rottura dell’argine a Fiorentina di Medicina è stata, per ora, chiusa grazie al coordinamento del Servizio tecnico bacino Reno. L’intervento è stato effettuato dalle ditte Cib e Acisa che hanno lavorato con due ruspe e una pala che ha trasportato i massi ciclopici. Sul porto sono intervenuti i tecnici Claudio Franco, Maurizio Lenzarini e Angelo Pasquini. «Non è un intervento definitivo — spiegano — perché anche senza precipitazioni c’è sempre il rischio di rotture. Siamo riusciti, comunque, ad interrompere la fuoriuscita di acqua. E’ soltanto un tampone che non deve far abbassare la guardia da parte di tutti».

IL DIRETTORE del Servizio tecnico bacino Reno, Ferdinando Petri, spera che lo stato di emergenza venga accolto dal Governo: «Ci darebbe risorse e sgravi importanti per superare quello che è successo. Abbiamo avuto in due mesi e mezzo circa 45 sfollati in tutta la provincia. Per intenderci, in un anno intero, nel 2013, abbiamo avuto una novantina di persone fuori di casa».
A preoccupare, in provincia, oltre al Quaderna anche l’Idice tra Molinella, Budrio e Medicina che ad ogni piena rischia sempre di arrivare al livello di guardia. Anche su questo fiume nei prossimi serviranno interventi. Ieri mattina si è svolta una riunione con alcuni sindaci della provincia e il Servizio tecnico bacino Reno per pianificare alcuni interventi che dovrebbero dare beneficio all’intera rete di fiumi, torrenti e canali dela provincia.
In particolare con i sindaci di Calderara, Castel Maggiore e Sala Bolognese si è parlato di una grande cassa di espansione nel territorio di Trebbo di Reno. Qui, i lavori dell’opera sono iniziati qualche anno fa, ma è necessario concludere il grande invaso per permettere di far defluire le acque provenienti dalla montagna ed evitare così il sovraccarico dei corsi d’acqua di tutta la provincia.